Processo Villa Ninina, Scajola in aula: “Con l’Arco solo rapporti privati, niente favoritismi”

La storica dimora finita sotto la lente della Procura della Repubblica di Imperia
Imperia. Potrebbe esserci la necessità di affidare una nuova perizia per chiarire alcuni passaggi della complessa vicenda giudiziaria di Villa Ninina, la dimora storica di Claudio Scajola, sulle alture della città. Una decisione che il giudice Maria Grazia Leopardi, che segue il caso dallo scorso anno, assumerà probabilmente il 10 giugno, giorno della prossima udienza. Non sarà l’ultima. Perché la discussione è prevista invece in piena estate, ovvero il 5 luglio.
Oggi, invece, l’ex ministro Scajola, imputato per finanziamento illecito ad un parlamentare, per quei lavori effettuati nella sua dimora di via Diano Calderina ha spiegato chiaramente che “con l’Arco non c’erano rapporti diretti. Mi ero interessato e chiesi all’ingegner De Cicco di occuparsene. Aveva rapporti con un’impresa ed è a quella che sono stati affidati i lavori. Mai fino ad allora questa impresa aveva avuto rapporti con me”.
E i lavori partirono nel 2004 e da quanto emerge dalla difesa non vi furono favoritismi o sconti. Scajola, prima ancora dell’udienza di oggi, aveva già spiegato di “aver pagato più del dovuto” e di essere soddisfatto per come stava procedendo il processo”. Oltre a lui sotto processo c’è anche Ernesto Vento, socio della Arco.