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L’alpinista imperiese Gariano: “Sull’Everest ho sventolato la bandiera del Tibet, gesto vietatissimo”

22 maggio 2016 | 10:54
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L’alpinista imperiese Gariano: “Sull’Everest ho sventolato la bandiera del Tibet, gesto vietatissimo”

La scalata sulla cima più alta del pianeta con un popolo nel cuore e una spedizione nella quale hanno perso la vita anche tre alpinisti

Mendatica. Ricordi ed emozioni  e anche qualche lacrima. All’azienda “Baci du Mattu” si sono incontrati vecchi e nuovi amici per ricordare una spedizione storica: quella dell’alpinista imperiese Lorenzo Gariano che dieci anni fa aveva scalato l’Everest, la cima più alta del pianeta. “Ho sventolato la bandiera tibetana. Quella era la mia missione. L’ho fatto con tanto orgoglio, ma è stato anche rischioso perché è proibito. I cinesi non tollerano gesti del genere”. Una scalata da brivido insieme al suo compagno Noel Hanna che proprio ieri ha nuovamente raggiunto l’Everest salutando con un videomessaggio Lorenzo Gariano, l’unico ligure ad aver compiuto un’impresa storica nel mondo dell’alpinismo nazionale.

Nel 2005 aveva fallito un primo tentativo rischiando di rimanere cieco ad un occhio. L’anno dopo, era il 21 maggio 2006, è riuscito a raggiungere la vetta portando nel cuore le tragedie e i soprusi riservati dalla Cina al popolo tibetano. “Ho portato con me le foto dei campi base e dell’Everest scattate con Noel ai profughi in India – ha ricordato Gariano durante l’incontro con gli amici che hanno seguito la sua avventura no limits – Mi hanno abbracciato, erano tutti commossi. Immagini per me indimenticabili che conserverò per tutta la mia vita e che questa sera ho voluto condividere con voi”.

La serata di Mendatica è servita anche per capire le difficoltà di una scalata sulla cima più alta del pianeta. “Bisogna essere allenati, certo, ma anche preparati spiritualmente chiedendo aiuto alla “Dea madre dell’Universo”  (Chomolungma) che è anche il vero nome di quella montagna che non ho conquistato, ma scalato chiedendo il permesso per poterlo fare. Ho superato situazioni ambientali difficili – ha raccontato -. Il vento a quelle quote ti uccide, la temperatura anche. Devi fare molta attenzione: è necessario aspettare “una finestra” di bel tempo per proseguire la tua missione senza correre rischi – ha raccontato Gariano – Sapevo delle difficoltà della spedizione, ci ho provato con Noel e ci sono riuscito, ma altre tre persone che erano con me sono morte. L’emozione più grande è stata propria quella bandiera che avevano conservato gelosamente nella mia attrezzatura durante la scalata. Era una questione di orgoglio per me e il popolo tibetano. Era un grande giorno di libertà per tutti”.  

lorenzo gariano

Gariano ha mostrato un video e alcune foto spiegando le difficoltà della spedizione. Immagini straordinarie, uniche, emozionanti. “Questo è stato il mio viaggio fatto di tanti ricordi che ho voluto condividere con tanti amici”, ha detto umilmente ma commosso l’alpinista di Imperia parlando anche della sua missione umanitaria a Thame, in Nepal. In quel villaggio ai piedi dell’Everest il terremoto ha distrutto tutto. “Con all’aiuto vostro abbiamo costruito scuole e ponti, ma sono necessari altri interventi per aiutare quella gente che vive in condizioni difficili”.