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Disturbo ossessivo compulsivo: ossessioni e rituali abituali

12 maggio 2016 | 09:19
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Disturbo ossessivo compulsivo: ossessioni e rituali abituali

E’ caratterizzato da pensieri fissi e insistenti, ricorrenti, “ruminazioni” che bloccano l’attivita’ mentale, inibendo la liberta’ e la spontaneita’ del pensiero, imprigionandolo

E’ caratterizzato da pensieri fissi e insistenti, ricorrenti, “ruminazioni” che bloccano l’attivita’ mentale, inibendo la liberta’ e la spontaneita’ del pensiero, imprigionandolo.

I pensieri sono coercitivi e si impongono con forza all’attenzione del soggetto, invadendolo, diventando totalizzanti, ostacolandone l’azione, poiche’ chi ne e’ vittima in quel momento ha difficoltà a concentrarsi su altro. Possono essere disturbanti al punto di compromettere il funzionamento in ambito lavorativo e sociale, privando la persona di vivere momenti piacevoli della propria vita.

Spesso sono finalizzati ad un’illusoria acquisizione di controllo sulla realta’, necessita’ che deriva da insicurezza, senso di inadeguatezza e paura, ottenendo un momentaneo sollievo dall’ansia originaria, ma generano a loro volta l’ansia di dover avere sempre tutto sotto controllo tramite rituali e un logorante lavoro mentale. Vengono messe in atto varie strategie per allontanare un pensiero disturbante , la persona puo’ ricorrere ad un dialogo interiore con se stessa, per togliere significato e valore ai suoi pensieri ossessivi, volti a dimostrare l’insensatezza, l’inutilita’ e l’infondatezza. Gli argomenti razionali , per quanto riconosciuti validi dal soggetto, non possono produrre effetti soddisfacenti nel controllo dell’ossessivita’, poiche’ essa nasce dalla sfera emotiva, dunque appartiene ad un piano e ad un linguaggio differenti da quelli della logica e della razionalita’.

Un’altra modalita’ messa in atto dal soggetto e’ un rimedio pratico, un’azione che gli consenta di aggirare gli ostacoli e lo stato di ansia creati dal pensiero ossessivo, inventandosi delle tecniche per ovviare al problema in maniera concreta. E‘ il caso dei pensieri ossessivi legati al bisogno di controllo, in cui il soggetto, per interrompere il riprendersi del pensiero ansiogeno, deve verificare ed accertarsi innumerevoli volte di aver fatto qualcosa che teme di aver dimenticato. Solo così riesce a mettere da parte la sua paura e il pensiero collegato ad esso. I pensieri ossessivi scaturiscono dalla paura e dall’ansia, sono meccanismi difensivi messi in atto contro di essi, che producono invece l’effetto opposto di mantenerli, poiche’ generano ulteriore ansia e angoscia, modificandone soltanto l’oggetto o le tematiche.

Al momento in cui insorgono, appaiono, a livello inconscio, come unica soluzione possibile, unica via di fuga da uno stato emotivo sentito intollerabile. Nei pensieri e nei conseguenti rituali di controllo, il soggetto riesce a tamponare l’ansia, spesso associata ad insicurezza, pessimismo e a una mancanza di fiducia in se stesso che lo fa sentire indifeso, in balia degli eventi, delle situazioni. Spesso deve combattere contro un ‘ansia generalizzata caratterizzata dalla paura continua del verificarsi di fatti negativi in maniera improvvisa ed imprevista che sente sfuggire al proprio controllo sentendosi impotente.

L’ossessivita’ crea l’illusione di un controllo sulla realta’ compensatorio o sostitutivo di quello che la persona sente di non poter avere per propria inadeguatezza, appare come unico strumento per poter rendere la realta’ affrontabile, meno imprevedibile, combattendo la sensazione di doverla subire passivamente senza fare nulla per contrastarla. Frequentemente l’ossessivo tende ad appiattire la sua vita ricercando situazioni ed esperienze ripetitive, note e prevedibili ed evitando novita’ e cambiamenti, perche’ pericolosi e destabilizzanti.

Con la psicoterapia e’ essenziale dimostrare l’inutilita’ e l’illusorietà del “falso controllo” dato dai rituali e dalle ossessioni, affrontando il disagio sottostante che egli si sforza di compensare con tali manovre che portano a far perdere il controllo sulla propria vita e a scoprire e liberare il potenziale di energie e capacita’ fino ad allora bloccati dalla patologia.

Dott.ssa Daniela Lazzarotti

www.danielalazzarotti.com

www.facebook.com/dottoressalazzarotti