Dall’esilio alla nuova patria, quando l’ultimo Califfo dell’Islam sceglieva Sanremo

19 maggio 2016 | 09:28
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Dall’esilio alla nuova patria, quando l’ultimo Califfo dell’Islam sceglieva Sanremo

Era il 19 maggio 1923 e alla stazione ferroviaria della Città dei Fiori scendeva Maometto VI

Sanremo. Era il 19 maggio 1923 e alla stazione ferroviaria della Città dei Fiori scendeva l’ultimo Califfo dell’Islam. Sultano dell’Impero Ottomano, Signore di Turchia, Maometto VI arrivava accompagnato dal figlio principe Ertogroul, dal primo consigliere e medico personale Rechad Pascià, dal secondo consigliere colonnello Zecky Bay, e da una scorta numerosa.

In quanto detronizzato dal generale Mustafa Kemal, nel 1922 era fuggito da Istanbul a bordo di una nave britannica. Inizialmente approdò a Malta e in quest’isola avrebbe dovuto “scontare” il suo esilio. Poi però cambiò rotta, e diritto verso la Svizzera finì per fermarsi in Italia, nella nostra Sanremo, uno dei luoghi più rinomati della Belle Epoque.

Al suo arrivo in quella che i giornali del tempo chiamavano la “piccola Costantinopili d’Italia”, Maometto VI prese dimora insieme ai membri della famiglia nella villa dello scienziato svedese Alfred Nobel in corso Cavallotti; in seguito si trasferì a Villa Magnolie. In entrambi gli alloggi, è stato testimoniato, si aggirava per le stanze chiuso nelle sue spalle, fumando moltissimo seppur soffrisse di cuore: magro, naso adunco, sgraziato nell’uniforme, era un uomo segnato dall’esilio, dalla fine del suo grande Impero.

Durante i tre anni (1923-1926) che il Sultano-Califfo trascorse a Sanremo, la sua piccola corte ottomana non passò inosservata: composta di varie mogli, spie, accompagnatori, eunuchi e personaggi d’indubbia moralità, era solita passeggiare sfarzosa sul lungomare o intrattenersi al vicino Kursal/Casinò, dove si giocava d’azzardo ben prima che diventasse legale. Si dice che i sanremesi erano indispettiti dalle consorti di Maometto VI, soprattutto dalla più giovane, Fatma Nimet, soprannominata la “bella circassa”; e da quel bisnipote Bahaeddin che con la sua guida “spigliata” era finito con l’auto dentro la vetrina di un negozio di tessuti nella principale via Vittorio. Nonostante ciò quello a Sanremo fu anche un periodo di intenso lavorio, di grandi idee politiche, progetti, incontri, come quelli al Casinò con Benito Mussolini, appena salito al potere, e il Re Vittorio Emanuele III.

A Sanremo infine Maometto VI morì il 15 maggio 1926 a causa di un attacco cardiaco. Per trenta giorni la salma rimase esposta, chiusa in un prezioso sarcofago Bertrand, in una sala di villa Magnolie. I funerali si svolsero il 16 giugno successivo, dopo i quali l’ultimo Califfo dell’Islam fu trasportato su un carro della Croce Verde Sanremese fino alla stazione ferroviaria, e deposto su un treno diretto a Damasco.