Covatta (Sanremo Rinasce): “l’Ecomostro non deve essere una battaglia in solitaria del M5S”
“Avevate timore di mischiare la vostra illibata purezza con chissà quale partito o ombra oscura?”
Sanremo. “Ritenevo che, come nella vita, il dialogo tra movimenti politici si basasse su educazione e reciproco rispetto e che, dinnanzi ad una proposta, fosse buona norma dare una risposta, positiva o negativa che fosse.
Qualche giorno fa, – scrive Gianluca Covatta presidente di Sanremo Rinasce – unitamente al mio gruppo Sanremo Rinasce, offrii collaborazione al Movimento 5 stelle nel portare avanti la battaglia sull’ecomostro di Portosole, un tema che ci aveva visto convergere recentemente e che dovrebbe vedere coinvolta la platea dei movimenti cittadini. La risposta alla mia offerta, al momento, non è ancora arrivata né credo arriverà mai.
A mio avviso, quella dell’ecomostro non dev’essere una battaglia in solitaria dei pentastellati, evidentemente spinti a ciò più dall’idea di mettervi sopra la loro bandiera che dall’effettivo beneficio per Sanremo.
Gli archivi online riportano come sul tema non comparissero notizie dal luglio 2015; non desidero certo far qui la “gara” su chi abbia ridato visibilità al problema. A parziale discolpa del movimento 5 stelle pongo il fatto di essersi, in tutto questo tempo, concentrati sul lotto 6, isolandosi in conclave a Collette.
Non una tenda è stata piazzata dinnanzi l’Ecomostro, non un esponente nazionale del Movimento ha speso tempo per il manufatto.
Resto dell’idea che esposti e raccolte firme siano qualcosa di cui debbano occuparsi principalmente quelle realtà extraconsiliari: chi è seduto nella “stanza dei bottoni” partecipa alle sedute ed alle commissioni ed ha, nel suo ruolo istituzionale, pieno accesso agli atti ed agli strumenti che la legge pone a garanzia di tale ruolo per dare risalto alle problematiche cittadine. Mi chiedo, una volta fatta la raccolta firme, se saranno i consiglieri a portarle sotto braccio alla prossima seduta.
Noi di Sanremo Rinasce, ancora per questa volta fuori da tali stanze, possiamo portare in Consiglio la voce dei cittadini tramite gli esposti e le raccolte firme, secondo quanto previsto dall’art. 52 dello Statuto del Comune.
Vorrei interrogare le consigliere pentastellate, o come amano definirsi “i portavoce dei cittadini” circa quanto concretamente fatto e risolto in questi due anni dentro Palazzo Bellevue. E non mi riferisco alle brocche d’acqua del Sindaco utilizzata durante le sedute consiliari né al baratto amministrativo né alla restituzione dei gettoni.
Avete preso voti dicendo di risolvere, tra gli altri, l’affaire Ecomostro, avete preso voti dicendo che molte incompiute avrebbero con voi visto la fine, che il lotto 6 non sarebbe mai nato. In una città turistica, avete preso voti parlando poco dei problemi del turismo (però sapete qual’e il modo ottimale per ottenere il compost dai rifiuti). Avete preso voti garantendo di essere una sorta di cane da guardia dell’Amministrazione. Fino al maggio 2014 gli attacchi erano tanti quanti le promesse.
Quali sono i risultati? Qualche interpellanza? Un po’ di sano populismo, dritto all’intestino del cittadino votante?
Voi, che a differenza di chi opera extra consiglio, avete accesso facilitato a carte ed uffici avete investigato sui colpevoli?
Se si, potete gentilmente renderne edotta la cittadinanza? Mi obietterete che ciò è difficile stando sui banchi dell’opposizione: è certamente più facile dire “no” a tutto piuttosto che battersi per una soluzione, avendo l’umiltà di collaborare.
Avevate timore di mischiare la vostra illibata purezza con chissà quale partito o ombra oscura? Vi rassicuro, non abbiamo né l’uno né l’altro, solo un coeso gruppo di cittadini che hanno a cuore solo il bene di Sanremo.
Quando fra tre anni saremo in Consiglio, quando avremo accesso a tutto il materiale che ci testimonierà il marcio di questa città, quando chiederemo agli uffici competenti i motivi di tanto degrado in una delle più belle città che l’Italia avrebbe potuto avere, noi batteremo il pugni sui tavoli, non raccoglieremo firme ai banchetti o ancor peggio, in rete! Se anche un solo cittadino ci darà fiducia sperando di risolvere un problema, ce ne ricorderemo ogni qual volta metteremo piede a Palazzo Bellevue.”