Argentina, Nicola Ascoli l’allenatore che ha scritto la favola dei play off
Empoli, Frosinone, missione all’estero e ora allenatore dei rossoneri vuole festeggiare i play off con i tifosi
Arma di Taggia. Solo cinque anni fa giocava nell’Universitatea Cluj, squadra che militava nella Liga 1. Nell’Europa dell’Est ha assaggiato un calcio tecnico, molto veloce, meno tattico rispetto a quello italiano, ma importante per la sua nuova carriera da mister.
Oggi è l’allenatore dell’Argentina Arma proiettata verso la serie C. Il jolly di patron Del Gratta si chiama Nicola Ascoli da Vibo Valentia che l’11 settembre festeggerà 37 anni. Quattro mesi sono troppi per spegnere le candeline sulla torta. Lui vuole brindare prima. Lo farà già domenica prossima con quegli “undici” eroi che gli hanno regalato emozioni dopo una stagione andata avanti a manetta.
Un po’ come Juric per il Crotone, che ha accompagnato la squadra in serie A con largo anticipo rispetto al calendario del campionato, anche Nicola Ascoli ha saputo fare qualcosa di straordinario in un calcio finalmente pulito e senza eccessi: gli armesi hanno chiuso i conti con una giornata d’anticipo e soprattutto hanno conquistato i play off che potrebbero proiettarli verso la Lega Pro. Esempio di bel calcio, di passione che iscriverebbe una squadra della Riviera di Ponente tra le “big” di un campionato che negli anni ha fatto esplodere squadre come l’Entella dall’altra parte della Liguria.
Nicola Ascoli, allenatore di calcio, alla sua prima esperienza in provincia di Imperia, può ritenersi soddisfatto. “Eccome non potrei esserlo con questa squadra che mi ha regalato tante soddisfazioni?. Da queste parti le condizioni per lavorare sono ideali, la società è a conduzione familiare, ma è molto solida. C’è rispetto dei ruoli e regna grande concordia. Non conoscevo questa zona, ma è climaticamente eccezionale. Abituato a Vinovo, dove abito, non ho praticamente visto l’inverno”.
Ma Ascoli, va subito precisato, non è venuto da Asti per “svernare”, ma per lanciare una squadra bella e motivata composta da calciatori che hanno voglia di giocare il calcio come i grandi campioni. Sclavi, il portierone della Lazio, sarebbe fiero e orgoglioso dei rossoneri di Ascoli che aveva tirato i primi calci nel Catanzaro, squadra nella quale ha militato dal 1997 al 2005, passando dalla Serie C2 fino alla serie B. Per lui è dunque naturale prendere per mano anche gli armesi in un campionato “Prof” considerando che proprio Nicola Ascoli se lo ricordano in tanti quando nel 2005 era stato acquistato dall’Empoli raggiungendo così la serie A collezionando poi tre presenze in Coppa Italia e tredici presenze in campionato nelle stagioni successive.
Dopo due anni trascorsi nel Frosinone fino al 2010 ecco la trasferta in Romania. Bella esperienza, ma da dimenticare: “Il 27 aprile 2011 – racconta – sono sceso in campo per l’ultima volta. Mi sono procurato, in uno scontro fortuito con il mio portiere, la frattura di caviglia, tibia e perone. Ancora adesso, cinque anni dopo, non riesco neppure a fare una partitina. Se ripenso all’esperienza in Romania mi ricordo solo il giorno dell’infortunio”.
Ma ora c’è l’Argentina a regalargli gioie e a sopportare il dolore di quell’incidente lontano da casa. Agli spareggi per la Lega Pro l’Arma non andrà solo per onor di firma, ma per cercare di centrare l’obiettivo e puntare quindi al salto di categoria. Domenica si disputa la partita-passerella col Derthona e Nicola Ascoli vorrebbe vedere in tribuna tutti quei tifosi che hanno accompagnato la sua squadra per un campionato letteralmente da incorniciare.