All’Ariston di Sanremo la magica notte di Antonello Venditti

28 maggio 2016 | 06:52
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All’Ariston di Sanremo la magica notte di Antonello Venditti

Un concerto che racconta la storia del cantante romano e anche i momenti dell’Italia del passato

Sanremo. “Un disco lo si ascolta da soli. Ad un concerto invece lo si fa tutti assieme e l’emozione si amplifica, sia per chi è tra il pubblico sia per chi fa la musica: per me ogni live è una goduria pazzesca”. Con Antonello Venditti all’Ariston per il suo “Tortuga tour” si è potuto ridere, piangere, cantare e ballare.

Commovente poi Non So Dirti Quando accompagnata dalle back projections con le immagini dei grandi della musica scomparsi, da Pino Daniele a Lucio Dalla, offrendo un significato alternativo alla canzone: non un brano d’amore come parrebbe sembrare, ma un brano stupendo in ricordo di persone che non ci sono più. La macchina del tempo che corre indietro anche con Stella durante il quale passavano sono passate sullo sfondo le immagini di Falcone e Borsellino, accolte dagli applausi del pubblico.

L’Ariston come una bomboniera dove il pubblico ascolta i brani in scaletta composto sino a quando non è lo stesso Antonello Venditti a far capire che si può anche ballare sulle note di Che fantastica storia è la vita o In questo mondo di ladri canzone questa che, cantata a Sanremo, ha suscitato anche un po’ di ilarità.

Un concerto decollato alle 9.25 che ha accompagnato il pubblico dai 20 ai 70 anni a riscoprire la storia musicale non solo di Venditti ma dell’Italia. Azzeccata la scelta delle foto che vengono proiettate sul grande schermo del cinema teatro sanremese così come il gioco di luci che illumina platea e palco dove al centro c’è sempre il cantautore romano che all’inizio dello show irrompe col suo immancabile cappello nel buio più totale. Suono da incorniciare con la super band composta da 10 band, con molti musicisti che accompagno il cantante in tour da un decennio. 

Tra quelle immagini ci sono anche le manifestazioni del 1968 con la grande rivoluzione italiana del Dopoguerra, Roma in tutta la sua bellezza con il Cupolone di San Pietro, i suoi monumenti quando Venditti canta Roma Capoccia e sullo schermo sfilano anche i personaggi della Capitale e della romanità da Sordi a Totti fino a Papa Francesco. Una marcata voglia di far capire ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, che è quella la Capitale d’Italia e che dobbiamo sentirci un po’ più italiani. E che dire quando nel finale  tutto il pubblico ha cantato con Venditti “Grazie Roma” tra luci giallorosse, l’inno della squadra di Francesco Totti, personaggio molto amato dal cantautore romano ricordato in uno stralcio della storica e bellissima Giulio Cesare modificata apposta per lui? Bel concerto, tutto preciso con l’artista romano che è riuscito a condensare oltre 40 anni di carriera.