Un quartiere in cambiamento |
Cronaca
/
Sanremo
/
Sanremo e dintorni
/
Zone
/

Vendesi, affittasi, “abbandonasi”. La difficile realtà di via Martiri della Libertà

29 aprile 2016 | 21:53
Share0
Vendesi, affittasi, “abbandonasi”. La difficile realtà di via Martiri della Libertà
Vendesi, affittasi, “abbandonasi”. La difficile realtà di via Martiri della Libertà
Vendesi, affittasi, “abbandonasi”. La difficile realtà di via Martiri della Libertà

Una situazione sociale particolare nella quale agli immigrati regolari, con famiglia e lavoro, si mescolano altri che conducono una vita confinante con il mondo dello spaccio di droga: ed è questa l’immagine che purtroppo prevale

Sanremo. La parte bassa di via Martiri, quella che ormai è stata battezzata come “quartiere multietnico di Sanremo”, soffre di una grave crisi commerciale. Attività storiche di artigianato, mobilio, commercio e ristorazione sono ormai scomparse e sulla metà delle vetrine o saracinesche abbassate abbondano i cartelli con le scritte “Vendesi” o “Affittasi”. Altre vetrine sono semplicemente abbandonate, mentre nella parte più bassa sono ormai consolidate attività artigianali e commerciali gestite esclusivamente da immigrati, sopratutto cinesi e magrebini. Almeno due macellerie, un minimarket e un Gran bazar fanno riferimento alla comunità magrebina, e poi sartorie, negozi di abbigliamento, accessori di telefonia ed elettronica, parrucchiere e l’immancabile centro massaggi caratterizzano gli investimenti della comunità cinese. A completare il quadro una sala slot, un distributore automatico di bevande aperto 24 ore su 24 e un phone center la cui clientela è quasi esclusivamente composta da immigrati. E poi qualche bar, panetteria e negozi vari.

Quel che si percepisce a prima vista è un senso di trascuratezza delle vetrine e degli esterni dei negozi: pur non volendo generalizzare, non parliamo certo di una via che si distingue per cura e raffinatezza degli arredi.

A fare da contorno una situazione sociale particolare nella quale agli immigrati regolari, residenti, con famiglia e lavoro si mescolano altri che conducono una vita border line, molte volte confinante con il mondo dello spaccio di droga: è questa l’immagine che purtroppo prevale su quella degli immigrati regolari e ben inseriti che qui hanno deciso di vivere, lavorare e crescere i propri figli.

Per capire in modo semplice questo cambiamento economico e sociale vi proponiamo una intervista video molto informale, una chiacchierata dai toni pacati ma dai contenuti significativi con i titolari di un negozio ormai storico di Sanremo,il ferramenta Franco, aperto da più di 60 anni all’inizio di via Martiri.

Con i due soci, Giancarlo Balestra e Riccardo Beccaria, abbiamo parlato di come è cambiata la vita e il lavoro in questa parte di Sanremo sempre più multietnica, tra il quartiere della Pigna e la prima parte di via Martiri della Libertà.

Alcuni passaggi dell’intervista:

“Gli unici che resistono qui vicino sono il macellaio e il bazar, altri aprono e chiudono attività: molti locali sono sfitti, c’è la merceria chiusa da dieci anni, altri locali vengono affittati ma poi l’affitto non viene pagato, i proprietari han preso delle gran bidonate”

E il vostro lavoro?

“Più o meno si campa, si lavoricchia e resistiamo, ma i negozi che lavorano poco li fan chiudere: oltre alla pressione fiscale, lo Stato dice che semplifica e invece incasina, bisogna fare il corso da infermiere, il corso da pompiere, tabulati, visite mediche annuali, tutto ha un costo e succede perchè ci hanno equiparato alla grande distribuzione.”

Per quello che riguarda la sicurezza e la vivibilità di questa zona?

“Noi abbiamo dovuto cambiare l’orario del negozio, stiamo di più a mezzogiorno e chiudiamo prima la sera. Dopo una certa ora le donne non vengono più a comprare.”

A questo bisogna aggiungere la presenza costante di spacciatori nella zona, con risse e comportamenti minacciosi, ma questo e altri particolari che sarebbe di cattivo gusto descrivere li trovate nell’intervista video… Una intervista molto informale, appunto.