Sanremo, Tethys ventisei anni a studiare balene e delfini
Oltre 100 mila chilometri di monitorggi e più di 5 mila avvistamenti
Sanremo. 120.000 chilometri di monitoraggio, più di 5000 avvistamenti, 60.000 immagini che hanno permesso l’identificazione di oltre un migliaio di individui di delfini e balene del Mediterraneo. Sono queste le cifre da record che può vantare oggi il progetto Cetacean Sanctuary Research dell’Istituto Tethys onlus, che conta ormai i 26 anni di attività nel mar Ligure e che ha una base operativa a Sanremo.
Per l’occasione, sabato prossimo si terrà a Milano, presso l’Acquario Civico di via Gadio 2, una giornata aperta al pubblico, di incontro con i ricercatori, che spiegheranno le ricerche in corso e come queste possono contribuire alla salvaguardia di questi meravigliosi mammiferi marini.
Dall’estate del 1990, e basandosi esclusivamente sull’autofinanziamento, i biologi dell’Istituto Tethys sono stati in grado di generare quella che molto probabilmente è la banca dati di maggiori dimensioni e sul più lungo arco temporale dell’intero Mediterraneo; preziose informazioni raccolte in mare che sono state il più importante viatico verso la creazione del Santuario Pelagos, la prima area protetta transnazionale, in alto mare.
Attraverso metodi di ricerca all’avanguardia e condivisi dalla comunità scientifica internazionale, i dati raccolti dal CSR nel bacino Corso-Ligure-Provenzale hanno consentito di mettere in luce la grande importanza di quest’area per ben otto diverse specie di cetacei; hanno contribuito a dimostrare che la balenottera comune fa parte di una popolazione propriamente mediterranea (distinta cioè da quelle atlantiche), e che utilizza regolarmente l’area del Santuario come sito di alimentazione.
Tra gli altri cetacei del mar Ligure, anche i capodogli e le stenelle, per citare solo i più frequenti: lo studio dei dati ha consentito di evidenziare le differenze nell’utilizzo degli habitat marini delle diverse specie, e come nel tempo, per alcune, questo utilizzo stia cambiando.
Dopo 26 anni l’attività in Mar Ligure è quanto mai attiva: le linee di ricerca si sono moltiplicate così come le sfide che si pongono a chi si impegna nella conservazione degli habitat marini. L’effetto dei cambiamenti climatici, gli impatti provocati dalle attività dell’uomo e le misure che possono contrastarli sono attualmente tra i temi centrali.
La giornata del 30 aprile sarà l’occasione per ripercorrere le tappe più significative di questo cammino tracciando la linea che unisce le prime “pioneristiche” crociere alla scoperta di specie la cui presenza era pressoché sconosciuta, con la missione di oggi, tuttora fondata sulla consapevolezza che solo il miglioramento delle nostre conoscenze potrà fornire il supporto necessario per affrontare la grande sfida della conservazione dei cetacei e dell’ambiente.