Referendum di domenica 17, Forza Nuova: “#‎Votasì‬ per dire ‪#‎STOPTRIVELLE‬”

15 aprile 2016 | 13:32
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Referendum di domenica 17, Forza Nuova: “#‎Votasì‬ per dire ‪#‎STOPTRIVELLE‬”

Una nuova politica energetica non può prescindere dal compimento di un primo passo, il referendum del 17 aprile può rappresentarlo

Sanremo. Per i cittadini di Sanremo che hanno diritto al voto, qualche dato utile per capire l’oggetto del referendum del 17 aprile: il governo, con un emendamento alla legge di Stabilità 2016, ha vietato tutte le nuove attività entro le 12 miglia marine, mantenendo, però, le concessioni già rilasciate che rimarrebbero attive “fino a vita utile del giacimento”.

Se vince il “sì”, queste attività chiuderanno progressivamente nei prossimi anni, secondo la scadenza delle concessioni inizialmente fissata, liberando le nostre coste da attività pericolose e inquinanti. Per chi si preoccupa di come ci riscalderemo o di come faremo muovere i nostri macchinari e le nostre auto, ricordiamo che da questi impianti il gas estratto corrisponde al 3% del fabbisogno nazionale, il petrolio nemmeno all’1%*.

Forza Nuova, del resto, sostiene la necessità e l’urgenza di:

• un piano strategico per l’abbandono dei carburanti fossili che approdi all’ impiego delle energie rinnovabili e in particolar modo: dei sistemi che sfruttano la trasformazione dei rifiuti in energia, del metano, dell’ eolico, del solare e dell’energia idroelettrica;

• una totale nazionalizzazione delle imprese produttrici e fornitrici delle risorse energetiche nazionali;

• una ricerca di partnership strategiche per l’acquisizione di materie prime attraverso la contrattazione diretta con i Paesi produttori e il ricorso al ” baratto internazionale”, assicurando così l’indipendenza e l’affrancamento anche per i Paesi produttori dalle logiche globaliste e monopolistiche di sfruttamento;

• un decentramento dei sistemi produttivi su base provinciale, strutturato su un piano “circolare” che contempli: la produzione e co-generazione di energia, la rinascita dell’agricoltura e dell’allevamento, la ripresa della vendita a mescita, lo smaltimento in loco dei propri rifiuti, la sobrietà dei consumi ed il rifiorire delle economie rurali e artigiane;

• una promozione di tecniche di costruzione, già realizzate in molti Paesi europei, per un’ edilizia che conduca ad una totale autonomia energetica, privilegiando l’utilizzo di materiali nazionali e/o a chilometro zero;

• un incremento del trasporto tramviario, ferroviario, fluviale e pubblico in generale nelle aree metropolitane e su tutto il territorio nazionale, per diminuire i consumi e l’inquinamento atmosferico e per facilitare la mobilità privata e commerciale.

Una nuova politica energetica non può prescindere dal compimento di un primo passo, il referendum del 17 aprile può rappresentarlo.