Politiche sociosanitarie, approvata dalla Giunta regionale il registro degli assistenti familiari

L’istituzione del registro fa seguito a un emendamento della legge regionale di stabilità, approvata alla fine del 2015
Genova. Approvata dalla giunta regionale, su proposta della vicepresidente e assessore regionale alla Politiche Sociosanitarie Sonia Viale, l’istituzione del registro regionale degli assistenti familiari dopo aver ottenuto il via libera anche dalla commissione consiliare competente.
“È uno strumento che va a favore delle famiglie – spiega la vicepresidente Viale – ha l’obiettivo di definire il profilo professionale, favorire l’incontro tra domanda e offerta, regolarizzare i rapporti di lavoro e aumentare la professionalità degli operatori”.
L’istituzione del registro fa seguito a un emendamento della legge regionale di stabilità, approvata alla fine del 2015, che ha stabilito l’adozione di una delibera ad hoc per l’istituzione del registro. “A livello operativo – spiega la vicepresidente Viale – il registro prevede una definizione precisa del ruolo dell’assistente familiare come figura professionale.
Sarà quindi avviata una fase sperimentale per elaborare standard formativi di base, specifiche competenze richieste, facendo ricorso ai fondi per l’inclusione sociale messi disponibili nei fondi Por Fesr 2014-2020.
Una volta entrato a regime, il ricorso ad assistenti familiari iscritti nel registro costituirà l’accesso alle forme di sostegno economico della Regione per il mantenimento a domicilio delle persone non autosufficienti: una garanzia in più per le fasce più deboli e sensibili e per andare incontro al loro bisogno di professionalità nell’assistenza quotidiana”.
Il registro riguarderà il “lavoro di cura” (interventi di sostegno e accompagnamento della persona fragile o non autosufficiente). “Chi vorrà iscriversi non dovrà aver subito condanne penali né avere procedimenti penali pendenti – dice la vicepresidente Viale – Per la prima volta introduciamo anche un richiamo alla Carta dei Valori, della cittadinanza e dell’integrazione che dovrà essere sottoscritta dagli operatori stranieri a cui sarà richiesta anche un’adeguata conoscenza della lingua italiana”.