Perinaldo, un paese diviso da un campanile. Parlano sindaco e parroco
Nel paese dell’entroterra reso celebre dall’astronomo Gian Domenico Cassini (scopritore degli anelli di Saturno), le campane non hanno suonato per una settimana
Perinaldo. Un botta e risposta così, tra sindaco e parroco di un paese, non lo si vedeva dai tempi di Don Camillo e Peppone, personaggi nati dalla fantasia di Giovanni Guareschi e poi resi immortali dai film magistralmente interpretati da Fernandel (nei panni del testardo parroco) e Gino Cervi (Peppone).
Nel paese dell’entroterra reso celebre dall’astronomo Gian Domenico Cassini (scopritore degli anelli di Saturno), le campane non hanno suonato per una settimana.
Il motivo? Secondo alcuni tutto è nato quando il Sindaco Francesco Guglielmi non ha accettato l’invito del parroco don Carlo Grignolo di versare un contributo per coprire in parte, o del tutto, la spesa di 3.500 euro per la manutenzione dell’orologio del campanile.
“Finché abbiamo potuto, ho sempre contribuito – ha detto Guglielmi – ma ora non si può con tutte le persone che si rivolgono ai servizi sociali. E poi, il campanile non è del Comune”.
Il parroco, invece, ha assicurato che non si tratta di nessuna ripicca: “Se le campane sono state spente per una settimana è soltanto perché mancava il pezzo di ricambio dell’ orologio. E comunque l’orologio è stato acquistato dal Comune e spetta all’amministrazione contribuire a ripararlo. Tra l’altro, quando nel 2013 ho fatto riparare il campanile, una spesa di 12.000 euro, il sindaco si era impegnato, e lo aveva anche scritto, a contribuire per riparare l’orologio. Senza contare l’antenna Internet che hanno lasciato per otto anni sul campanile senza versare nulla alla parrocchia”.
In tutto questo subbuglio, ad uscire vittorioso è stato il Comune di San Biagio della Cima. Qui, il Sindaco Luciano Biancheri ha deliberato un contributo di 2.500 euro su una spesa complessiva di circa 4.200 euro, dovuta al cambiamento della scheda dell’ orologio e alla pulizia del campanile. Il campanile offre un servizio pubblico e dunque, secondo Biancheri “è compito del Comune intervenire economicamente per garantire il funzionamento dell’orologio”.