Lascia la Sicilia per Imperia, Luigi è il sacrestano del Duomo, mestiere ormai estinto

23 aprile 2016 | 19:55
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Lascia la Sicilia per Imperia, Luigi è il sacrestano del Duomo, mestiere ormai estinto

Arrivato da Catania sei anni fa per trovare un amico poi diventato sacerdote, oggi è l’unico con quell’incarico in tutta la provincia, mestiere ormai estinto

Imperia. La sua casa è il Duomo a 1400 di chilometri di distanza dalla sua Catania che aveva lasciato sei anni fa. Vive da solo in un alloggio della canonica. Prega, si fa da mangiare e aiuta i sacerdoti della basilica più grande della Liguria. Luigi Ridolfo,40 anni,  è l’unico sacrestano della provincia di Imperia, amato dai fedeli per la sua puntualità e per l’ordine della chiesa che gli è stata affidata. Il suo è un mestiere ormai in via di estinzione.

“Amo questo posto e non lo lascerei per nulla al mondo, ma amo anche questo lavoro che mi gratifica moltissimo”, ripete Luigi mentre sistema le sedie per la messa della domenica. Luigi aveva studiato a Napoli dai frati minimi. Ma alla fine ha preso un’altra strada: “Nella vita ho fatto il panettiere, il fabbro e ora il sacrestano. Un mestiere che adoro – e lo dice con tanta emozione in gola  – Lavoro praticamente sette giorni su sette, soprattutto la domenica è la giornata più impegnativa. Quando vado in ferie, una settimana in estate per tornare in Sicilia, lascio le consegne al parroco, don Ivo Raimondo. Ma il cellulare è sempre acceso e posso consigliarlo a distanza”.

Come suoneria del cellulare ha inserito il suono delle campane del Duomo: sono il suo orgoglio. “Ho imparato il meccanismo, è tutto elettronico. Dodici pulsanti per dodici occasioni diverse: funerali, Ave Lourdes, Tu scendi dalle stelle e così via. Sono io che le faccio funzionare ogni giorno”. I rintocchi dalle 7 del mattino alle 24 sono programmati ogni quarto d’ora. Il bavaglio alle campane arriva allo scoccare della mezzanotte su esplicita richiesta di un vecchio questore che non prendeva sonno quando le campane del Duomo suonavano anche di notte, per tradizione, da mille e passa anni.

Luigi amico di don Giuseppe Puglisi, originario della Sicilia come lui, arrivato in Riviera per festeggiare la sua ordinazione, aveva chiesto di poter rimanere in Riviera. “Mi sarei accontentato di fare qualunque cosa da queste parti. Ne hanno parlato in Diocesi e alla fine mi hanno assegnato il posto come sacrestano al Duomo di Porto Maurizio. Un mestiere che faccio con piacere al di là dello stipendio”, precisa Luigi.

Il sacrestano di Catania è l’unico in provincia, tra i pochi in tutta la regione. Un po’ come San Pietro tiene in tasca un grosso mazzo di chiavi. Si sveglia all’alba, apre la chiesa alle 7 perché poi inizia presto il programma delle messe feriali. La prima viene celebrata alle 8,30. Ma è la domenica il giorno più impegnativo per Luigi. Durante la settimana sistema le sedie e pulisce le navate, i confessionali e l’altare,  per la festa che arriva. La domenica canta in chiesa, quando è il caso serve anche la comunione, ma soprattutto segue come un’ombra don Ivo Raimondo. “Sì è così sono uno attaccato alla tonaca, così mi hanno insegnato da piccolo – racconta mentre sistema un vaso di fiori davanti alla statua della Madonna del Rosario alla quale è molto legato perché ricorda il suo paese – e ho deciso di mettermi al servizio della comunità con tanto impegno”.

Sotto le feste di Natale è lui che si occupa di allestire il presepe. “Lo faccio con orgoglio perché la rappresentazione della Natività a Porto Maurizio è sempre stato un appuntamento sacro e imperdibile – dice – Ogni statuina viene sistemata al posto giusto perché so bene quanto è importante per tutti poter dire che a Porto c’è uno dei presepi più belli della Liguria”.