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Dormiamoci sopra

14 aprile 2016 | 13:03
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A volte, presi dall’immediatezza di un’immagine come quella del materasso ci sfugge qualcosa che è ben più indicativo delle anomalie di una città come Sanremo

Sanremo. Guardate bene la foto: non è uno scandalo? Una cosa del genere sembra impossibile nel pieno centro di Sanremo, in una piazza piena di attività commerciali.

 Non fraintendetemi, non ci riferiamo al giaciglio di quello sfortunato, che oltre al materasso è riuscito a procurarsi anche un comodino. Ci riferiamo a quei locali dietro di lui, quelli che lo riparano dalla pioggia e dal vento ma non dal freddo in inverno, locali sfitti da più di un decennio, come altri situati nel palazzaccio dove dovrebbero andare a finire anche i vigili urbani, o quelli in via Matteotti, in via Marsaglia, corso Garibaldi e via dicendo…

 A volte, presi dall’immediatezza di un’immagine come quella del materasso ci sfugge qualcosa che è ben più indicativo delle anomalie di una città come Sanremo: esistono soggetti privati che, incuranti dei riflessi sul tessuto sociale ed economico della città, preferiscono tenere vuoti e abbandonati dei locali centrali piuttosto che affittarli ad un prezzo ragionevole ma un po’ meno remunerativo.

 Centinaia di metri quadrati di superficie che sarebbero sicuramente utilizzabili, ad esempio in piazza Eroi, anche da piccole attività artigianali se l’affitto fosse sopportabile. Locali vuoti e di solito maleodoranti, dove gli interventi di pulizia avvengono solo su sollecitazione del comune quando la situazione diventa insostenibile. Naturalmente ognuno è libero di fare quel che vuole in casa sua, anche di pagare tasse su locali non utilizzati.

 Queste poche righe non risolveranno certo il problema: sono solo un semplice invito a guardare oltre quel materasso, che probabilmente dopo la segnalazione verrà rimosso e finirà in discarica lasciando lo spazio libero per qualche altro sbandato. In fondo sarà una perdita, perchè niente come quel materasso esprime due opposte filosofie di vita, quella di chi non ha niente e quella di chi evidentemente ha troppo.