25 aprile: il giudice Paolo Luppi bacchetta il governo e scatena l’ira della Senatrice Albano

25 aprile 2016 | 13:22
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25 aprile: il giudice Paolo Luppi bacchetta il governo e scatena l’ira della Senatrice Albano
25 aprile: il giudice Paolo Luppi bacchetta il governo e scatena l’ira della Senatrice Albano
25 aprile: il giudice Paolo Luppi bacchetta il governo e scatena l’ira della Senatrice Albano

Come lo scorso anno, il giudice figlio di un partigiano ha preso la parola durante la commemorazione

Bordighera. La storia si ripete: dopo quanto accaduto lo scorso anno nella medesima ricorrenza, quando si era rivolto alla Senatrice Donatella Albano dicendo “si ricordi, quando voterà una legge elettorale parallela alla riforma costituzionale, che quello sarà il momento nel quale dovrà essere veramente onorata la memoria di chi è caduto per la libertà”, il giudice Paolo Luppi è di nuovo intervenuto durante le celebrazioni del 25 aprile.

Figlio di un comandante partigiano, Luppi ha preso la parola dopo il Sindaco Giacomo Pallanca: “Credo che il 25 aprile sia la festa di tutti, la festa dei vincitori e la festa dei vinti, la festa di chi oggi può parlare liberamente rispetto ad un’epoca nella quale le libertà di espressione, di movimento, di domicilio erano complicate e parlare liberamente non era consentito”, ha esordito il giudice.

Il suo discorso, però, ha poi preso una piega polemica, andando a bacchettare le riforme costituzionali previste dal governo Renzi. Credo però, visto che ci sono dei ragazzi delle scuole, che i nuovi partigiani siano gli insegnanti che stanno facendo un lavoro bellissimo per far conoscere la costituzione e la storia. Proprio per non essere retorici, credo che ricordare il 25 aprile sia sì commemorare chi ha dato la sua vita per la libertà, ma sia anche il modo per cercare di riaffermare nella quotidianità i valori che la resistenza ha contribuito a consolidare e che sono sanciti dalla nostra Costituzione”, ha aggiunto Luppi, “L’anno scorso la Senatrice Albano ha ricordato la frase di Piero Calamandrei… Questa costituzione oggi è oggetto di un vergognoso attacco. Da parte del governo, si è proposto di scardinare un sistema che funzionava come un orologio. La nostra era considerata una delle costituzioni più belle, “un monumento di sapienza giuridica”, l’ha definita Benedetto Croce. E allora ecco che l’ANPI si è schierata per opporsi a questo progetto di modifica della costituzione e io spero che in questa data ognuno di noi rifletta sulle libertà che ci offre la nostra Costituzione e sui rischi che un sistema bonapartistico, per usare un eufemismo, e che rischia di portare il paese verso la guida di un uomo solo, e sappiamo cosa può significare per la democrazia una scelta di questa genere”.

Al termine del suo discorso, a prendere la parola è stata la Senatrice Albano che ha subito smorzato i toni, evitando di controbattere alle parole di Luppi: “Io penso che oggi sia un momento commemorativo e non vado oltre”, ha esordito la Senatrice della Repubblica, “A ottobre ci sarà un referendum e saranno gli italiani a decidere”.