Ventimiglia, tragedia sfiorata nelle campagne di Trucco

29 marzo 2016 | 11:51
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Ventimiglia, tragedia sfiorata nelle campagne di Trucco
Ventimiglia, tragedia sfiorata nelle campagne di Trucco
Ventimiglia, tragedia sfiorata nelle campagne di Trucco

Il tempestivo intervento dei carabinieri della Radiomobile, diretti dal Tenente De Tommaso, ha evitato che una lite finisse nel sangue

Ventimiglia. Una banale lite tra vicini di campagna avrebbe potuto finire nel sangue. Quando V.G., 61enne palermitano da anni residente nella frazione di Trucco, ha sparato due colpi di fucile in direzione del 33enne D.F., suo frontista, lo ha fatto con l’intento di ucciderlo.
Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Ventimiglia, al comando del Maggiore Giorgio Sanna, hanno portato così all’arresto dell’uomo.

E’ quanto accaduto ieri, nelle campagne nei pressi di via De Amicis, dove risiede il 61enne ora in carcere a Sanremo con l’accusa di tentato omicidio aggravato, oltre a quella di porto e detenzione di arma clandestina.

I due uomini stavano discutendo animatamente sull’utilizzo della stradina che separa le due campagne: secondo entrambi, infatti, si tratta di una strada privata. Ma di chi? Ognuno crede che sia di sua proprietà e per questo pretende di potersene servire in modo esclusivo.
Questo, sembrerebbe, il motivo che ha scatenato la lite.

Ad un certo punto, però, non pago di limitarsi alle invettive verbali, V.G. si è diretto verso il suo furgone, un Fiorino Fiat. Ha imbracciato il suo fucile Mossberg calibro 12 e ha sparato due colpi diretti al rivale. Distante una decina di metri dal luogo dell’esplosione, il 33enne D.F. non è rimasto ferito.
I vicini di casa, allarmati dal rumore degli spari, hanno avvertito i carabinieri. Immediato l’intervento della Radio Mobile, diretta dal Tenente Giovanni De Tommaso.

Una volta giunti sul posto, i militari dell’Arma si sono diretti a casa del palermitano che ha subito negato il fatto. “Non ho mai sparato”, avrebbe dichiarato. Ma i carabinieri non si sono limitati a verbalizzare la sua testimonianza e, perquisendo l’abitazione dell’uomo, hanno rinvenuto il fucile, ancora caldo, nascosto in un armadio. Carica con dei colpi in canna, l’arma era dotata anche di diverse munizioni di scorta.

Attraverso la prova dello “stub”, eseguita dai carabinieri sull’indiziato, è stato poi  possibile avere la certezza che fosse proprio il 61enne ad aver azionato l’arma.

Per l’uomo sono così scattate le manette e si sono aperte le porte del carcere in valle Armea. Oltre all’accusa più pesante di tentanto omicidio aggravato, l’uomo dovrà rispondere anche al reato di detenzione di arma clandestina: il suo Mossberg, infatti, non è risulta essere registrato.