Ventimiglia, il “caso” del porto di Cala del Forte torna al centro della bufera nella conferenza di Abbondanza
Chiamato in causa anche il Consigliere Ballestra, per l’incendio del 2002 che gli devastò il negozio: “Non ci sono collegamenti con il porto”
Ventimiglia. Torna al centro della bufera il porto di Cala del Forte.
A ripercorrere l’annosa vicenda legata alla costruzione dell’approdo turistico è stato Christian Abbondanza, nel corso della conferenza di questa mattina presso la biblioteca Aprosiana.
“Minacce prima e minacce durante perché venisse approvato quel progetto e perché i lavori venissero affidati a determinati soggetti”, dichiara Abbondanza, mostrando attraverso delle slide, una lettera ritrovata in casa di Annunziato Roldi, a seguito di perquisizione domiciliare. Una corposa lettera manoscritta, con relativa busta, indirizzata a Parodi, contenente una serie di doglianze e intimazioni. In essa Roldi rammentava all’imprenditore tutti i crediti vantati, andando indietro nel tempo con riferimento alle prime fasi in cui era stata ideata la realizzazione del porto di Ventimiglia. Roldi ricordava tutti gli aiuti all’epoca prestati a Parodi e al genero Cozzi per superare problemi di ordine burocratico e politico che osteggiavano le autorizzazioni alla realizzazione del porto.
Oltre alla lettera, ci furono altre minacce e atti intimidatori. Come quello che vide protagonista Piergiorgio Parodi, che si ritrovò otto fori di proiettile sul paraurti anteriore della propria vettura ma, secondo Abbondanza, cercò di minimizzare l’accaduto, attaccando addirittura adesivi per coprire i fori.
Abbondanza chiama in causa anche il Consigliere Giovanni Ballestra, presente alla conferenza insieme alla collega Silvia Malivindi.
La sera di giovedì 26 settembre 2002, durante un Consiglio Comunale, il negozio di Giovanni Ballestra va in fiamme. Secondo Abbondanza il fatto è da ricollegarsi alla pratica del porto turistico, ma è lo stesso Consigliere a chiarire la vicenda. “Questa è una maxi balla. La mia espressione di contrarietà contro la progettualità del porto risale all’anno 2005. Nel 2002 non se ne parlava, in quanto il porto era bloccato dall’entrata in vigore del piano di bacino”.
Giovanni Ballestra ricorda tutto con precisione, anche se la sua testimonianza venne ascoltata solo otto anni dopo l’episodio.
“E allora perché non fece denuncia?”, lo incalza Abbondanza. Ballestra: Non vedo chi dovevo denunciare: un episodio del genere avviene nel mese di settembre durante un consiglio comunale, intervengono i vigili del fuoco, interviene l’autorità giudiziaria, interviene la Polizia. E’ tutto evidente. Ricordo come fosse ieri cosa c’era scritto sul verbale dei Vigili del Fuoco che arrivano alle 11 di sera. Apparentemente c’erano due fori in un vetro. Dei fori che io non ho visto perché, quando sono arrivato, i vetri erano andati completamente distrutti. Comunque avevo dei vetri che, se qualcuno avesse martellato per entrare e darmi fuoco al negozio, sarebbero andati in frantumi… non si sarebbero formati due fori”.
Il sabato successivo, il negozio di Ballestra venne dissequestrato: “Chiesi all’allora Questore Padulano di poter sapere se quell’incendio era di origine dolosa o accidentale. Ma ancora oggi, non ho avuto risposta”.
“Un’altra cosa interessante è proprio questa”, commenta Christian Abbondanza, “Gli incendi che dilagavano nel savonese e nell’imperiese prima del cambio di passo delle procure non dicevano niente”.
Altra perplessità, ripetuta più volte da Abbondanza, è quella sulla mancata richiesta da parte del Comune di un’informativa antimafia sulla società Cozzi-Parodi e sulle altre che lavoravano nel cantiere del porto.
“Il Comune di Ventimiglia”, si legge nelle slide preparate da Abbondanza, “Attesi gli importi economici delle opere, avrebbe dovuto chiedere alla Prefettura il rilascio delle prescritte informazioni antimafia sul conto della società concessionaria. Altrettanto avrebbe dovuto fare quest’ultima nei confronti della affidataria VENTIMIGLIA MARE SRL, ma né l’Amministrazione Comunale, né la srl CALA DEL FORTE si sono attivate in tal senso all’atto della stipula dei contratti”.