Sanità, Iachino: “Fra un libro bianco e qualche camice…non più bianco”

9 marzo 2016 | 15:49
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Sanità, Iachino: “Fra un libro bianco e qualche camice…non più bianco”

Il Consigliere comunale e Presidente di Progetto Ventimiglia si esprime riguardo al libro bianco della sanità ligure presentato a Sanremo

Sanremo.Carlo IachinoConsigliere comunale e Presidente di Progetto Ventimiglia, Past-President Nazionale ADSI e Pres. Onorario Day Surgery Italia si esprime riguardo al libro bianco: “È stato presentato finalmente a Sanremo il libro bianco della Sanità ligure. Dico finalmente, non tanto perché ci fossero particolari aspettative da parte dei cittadini liguri, ma perché era stato annunciato da tempo e reclamizzato come prodotto DOP, mentre poi ho scoperto che trattavasi di prodotto DOL (di origine lombarda).

Tanti schemi, tanti paroloni, tanti anglicismi, da “governance” a “case manager”, da”management” a “Evidence Base Medicine” (EBM) e tanti Direttori, Generali, Sanitari, Amministrativi, di Distretto, di Struttura, di Dipartimento, ma pochi medici e pochissimi infermieri, quasi si potesse far la guerra solo con gli alti gradi.

Ero rimasto all’unità di intenti con la Regione Lombardia, ma l’Assessore regionale, che sei mesi fa auspicava la necessità di un modello lombardo per risanare la nostra sanità, è parsa più cauta e conscia che le eccellenze possano nascere ed esistere anche negli Ospedali e nelle Università liguri.

Dovrei aspettarmi, pertanto, che gli alti gradi non debbano più venire a curarci necessariamente dalla terra lombarda. Tuttavia viene da chiedersi di quali eccellenze si tratti. Forse quelle migrate all’estero, magari solo nella vicina Francia, che mai torneranno nella nostra terra per le sensibili differenze di salario?

Sinceramente speravo che qualcosa di buono si potesse copiare dalla vicina Lombardia: magari la drastica riduzione delle liste d’attesa, sia di quelle per gli esami, sia di quelle per gli interventi, attraverso lo stesso sistema utilizzato da altre Regioni, ovvero introducendo una volta per tutte una sanità convenzionata, in cui i privati siano in concorrenza con il sistema pubblico, in modo da far lavorare meglio e maggiormente gli Ospedali pubblici, che, senza concorrenza alcuna, non hanno motivi di lavorare più alacremente e celermente.

Questo Sistema consentirebbe, inoltre, di risparmiare decine di milioni di euro che vengono spesi per i malati che si rivolgono fuori dalla nostra regione per indagini e cure più rapide.

Rivedendo gli schemi e le percentuali riportate sul libro bianco, traspaiono alcune considerazioni relative allo stato della Sanità ligure in generale e di quella del Ponente in particolare:

1) Che una quantità di cittadini liguri simile a quella che compone la nostra ASL (numero 1 per locazione, non già per risultati) si rivolge a Strutture fuori regione.

2) Che la spesa farmaceutica pro capite della nostra ASL è più bassa di quella di altre Aziende liguri. Verrebbe da pensare dunque ad un tipo di Amministrazione parsimoniosa ed attenta e ad una popolazione più sana che nelle altre province. Invece è ben evidente che la spesa farmaceutica è più bassa perché gran parte dei frontalieri viene curata oltre frontiera e un’alta percentuale di utenti della provincia acquista i farmaci non mutuabili nella vicina Francia, dove i costi dei farmaci sono nettamente più bassi che da noi.

3) Che nella nostra ASL c’è minor richiesta di esami e prestazioni specialistiche in genere, non perché ci sono meno malati, ma semplicemente perché le liste d’attesa sono fra le più lunghe d’Italia e gli utenti ricorrono sempre più spesso a Strutture private per guadagnare tempo.

4) Che c’è minor richiesta di prestazioni chirurgiche di tutte le specialità, non perché nella ASL 1 non ce ne sia bisogno, ma perché aumenta sempre più la richiesta fuori regione, di fronte a liste d’attesa improponibili.

5) Che la popolazione ligure è fra le più anziane d’Italia e pertanto maggiormente bisognosa di prestazioni sanitarie e/o assistenziali.

Su quest’ultimo punto mi sarei aspettato un intervento importante nel libro bianco, da parte dell’Assessore competente.

Mi torna in mente al proposito un articolo scritto alla fine della scorsa estate dalla collega Marina Botto, che riporto di seguito.

“Nel dormiveglia procuratomi dalla stanchezza di una giornata afosa e complicata, sento, senza vederla, la TV che parla: è una piccola storia ignobile e banale di maltrattamenti in una casa di riposo per anziani.

Il problema è che uno di quegli anziani maltrattati sono io. Già, perché qui i televisori li abbiamo in tutte le stanze! Vengono accesi la mattina alle 8 e spenti la sera alle 20; come le luci. I cervelli, invece, sono spenti da quando si entra, per uscirne soltanto da morti, o se preferite, si muore all’ingresso e si esce quando l’odore diventa insopportabile.

Io ho un problema in più, come esito di un ictus: vedo, sento e capisco tutto, ma non posso parlare, muovermi, reagire… Quanti di noi siano in questa condizione di testimoni muti non è dato sapere, anche perché nessuno si perita di indagare…”

Ecco, mi sarebbe piaciuto che il libro bianco avesse affrontato anche questo problema, visto che nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito a diversi casi di questo tipo di malasanità, anche nel nostro Ponente.

Invece nulla. Sembra che le case di riposo non facciano parte del comparto sanitario, perché non compaiono negli schemi e nelle percentuali in evidenza sul libro bianco.

Perché mai dimenticarsi di questa sanità, fatta di pannoloni e di odore acre di urina, ma anche di colazioni molto lunghe (nel senso del caffelatte allungato con l’acqua) e di merende ritardate (cene anticipate alle 17.30, se si preferisce)? Di operatori, fino a ieri casalinghe, colf, estetiste, angeli e demoni, ma ora riqualificati dalla Regione Liguria come “operatori socio-sanitari”, cioè professionisti del settore? Sarà stato sufficiente farne dei professionisti per essere sicuri di quanto succeda all’interno di queste Strutture?

No, secondo la Dott. Botto, perché nessun Direttore (Generale, Sanitario, Amministrativo, di Distretto. ..) si occupa di questi “figli di un dio minore”, abusati e maltrattati non solo nel fisico, ma anche e sopratutto nella psiche.

E questo abuso è quanto mai difficile da scoprire e da curare, perché perpetrato a danno di persone fragili, incapaci di reagire e di farsi ascoltare.

A questo punto, libro bianco o libro nero che sia quello sulla sanità ligure, rivolgo un pensiero preoccupato a tutti gli anziani come me ed anche ai meno anziani, cittadini comuni o politici di professione , chiedendo di valutare insieme quanti anni di autosufficienza ci restino, prima che questa situazione ci riguardi direttamente, ma soprattutto quanti ce ne restino di non autosufficienti dopo”.