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La storia della “sfortunata” Campana della Chiesa di Costarainera ripercorsa dal Maestro Campanaro Gianluca Ozenda

6 marzo 2016 | 07:06
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La storia della “sfortunata” Campana della Chiesa di Costarainera ripercorsa dal Maestro Campanaro Gianluca Ozenda

“negli anni 70 era già finita al suolo, però in quel caso fu vittima di un rocambolesco e maldestro tentativo di furto….”

Costarainera. E’ ben lunga e travagliata, la storia della Campana caduta domenica scorsa dalla Chiesa di S. Antonio Abate a Costarainera, a causa di un fulmine.

Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di lasciar la parola al Dott. Gianluca Ozenda, demoetnoantropologo oltreché Maestro Campanaro e da sempre portabandiera di una ricerca storica del territorio ponentino.

“La Campana della Chiesa di S. Antonio Abate in Costarainera che la sera del 26 febbraio scorso, a seguito di un fulmine, è volata giù dal suo campanile è una campana di interesse storico per il territorio della nostra Provincia, infatti venne fusa intorno al 1880 dal Fonditore di Campane Giacomo Semeria ( come si legge sul bordo inferiore della Stessa Campana ), questo fonditore era nato nella Frazione di Andagna allora facente parte del Comune di Triora ed era un fonditore “nomade”, nel senso che di preferenza si recava direttamente sul posto dove erano destinate le sue creazioni per provvedere alla loro realizzazione; la sua attività è nota dal 1860 al 1903, è quasi certo che anche la campana di cui si parla sia stata fusa sul posto a Costarainera unitamente ad una seconda che si trova sul campanile della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista nel centro del Paese.

A dire il vero la Campana della Chiesa di S. Antonio Abate è una campana “sfortunata”, infatti negli anni 70 era già finita al suolo, però in quel caso fu vittima di un rocambolesco e maldestro tentativo di furto, forse in quell’occasione i malviventi pensavano di trarne un guadagno, ma visto che la cosa era ardua abbandonarono la campana in un terreno poco distante dalla Chiesa.

Per qualche tempo fu ospitata all’interno dell’Oratorio di San Carlo nel centro del Paese, per tornare nel 2010, al termine dei restauri, sul campanile della sua Chiesa.

Proprio per questi motivi, essendo di un fonditore veramente locale ed antico e per aver avuto una vita già molto travagliata questa campana merita di essere valorizzata e la sua storia movimentata raccontata a tutti.”