Italia-Francia, nella disputa dei confini chi ci rimette è sempre il ponente ligure

4 marzo 2016 | 15:58
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Italia-Francia, nella disputa dei confini chi ci rimette è sempre il ponente ligure
Italia-Francia, nella disputa dei confini chi ci rimette è sempre il ponente ligure
Italia-Francia, nella disputa dei confini chi ci rimette è sempre il ponente ligure

Dall’annessione di Nizza e Savoia alla “guerra dei gamberi”: parti del nostro territorio fanno gola ai francesi e la storia lo insegna

Sanremo. Negli ultimi tempi i rapporti con i nostri vicini francesi non sono proprio così idilliaci. Prima la chiusura delle frontiere tra Francia e Italia per il problema migranti e adesso la disputa dei confini marittimi. Il tutto è nato quando un po’ di tempo fa il peschereccio sanremese “Mina” fu fermato dalle autorità marittime francesi in mare, reo di aver sconfinato, a sua insaputa perchè non segnalato ancora sulle carte nautiche, in Francia. Da questo episodio ne è nato un caso diplomatico e soprattutto l’opinione pubblica è venuta a conoscenza di questo trattato tra le due nazioni. L’Italia perderà la celebre “fossa del cimitero”: il nome deriva dal modo in cui veniva identifcato questo punto di mare, cioè mettendo la prua della barca in direzione delle croci del camposanto di Ospedaletti. La fossa inoltre, è un vero e proprio paradiso dei gamberi.

In questo ennessimo caso diplomatico tra le “sorelle latine” la politica del Bel Paese tra trovato un nuovo argomento di scontro. La regione Liguria a guida centro destra ha chiesto lumi al governo di centro sinistra e proprio oggi l’assessore ligure Mai ha detto: “mi ha finalmente contattato il Ministero degli Affari Esteri in merito alla mia richiesta di incontro per discutere della questione confini marittimi Italia-Francia. La prossima settimana incontrerò a Roma il Sottosegretario. In realtà avrei voluto incontrare il Ministro Gentiloni, ma per ora mi accontento. Per ora…”

Una “guerra dei gamberi” vinta dalla Francia e ancora una volta pezzi del nostro ponente ligure, periferia d’Italia, vengono asportati chiurgicamente dai nostri vicini di casa. Parti del nostro territorio fanno gola ai francesi e la storia lo insegna:

il Trattato di Torino del 24 marzo 1860 sancì l’annessione della Contea di Nizza e della Savoia alla Francia, una “mutilazione” per poter unificare l’Italia nel 1861. Nel 1940 con l’entrata in guerra dell’Italia contro la Francia, c’è la volontà di riprendersi quanto dato in cambio ai francesi, ossia tornare in possesso di Nizza.

Emblematica fu la conquista di Mentone e in questo video dell’Istituto LUCE si può vedere il filmato dell’entrata degli italiani nella cittadina francese:

A guerra finita l’Italia sedette dalla parte degli sconfitti e addio ai sogni di gloria del fascismo di riavere una Costa Azzurra italiana. Pronta a difendere il suo prestigio sulla scena internazionale, la Francia intraprende una linea politica volta all’annessione di Briga, Tenda e della Valle Roja, saldando motivazioni politiche a elementi di natura economica, primo tra tutti la presenza nel bacino della Valla Roja di centrali idroelettriche, preziose risorse per ottenere l’energia necessaria alla ricostruzione del paese transalpino. Il Trattato di Parigi entra in vigore il 15 settembre 1947, giorno in cui le autorità francesi prendono possesso del municipio di Tenda avviando una restaurazione linguistica che, oltre a quella anagrafica interessante i nuovi nati, prevede la francesizzazione della toponomastica stradale, delle insegne degli esercizi commerciali, delle lapidi mortuarie e delle iscrizioni pubbliche. Per consolidare la propria posizione, il 12 ottobre 1947, le autorità francesi indicono un plebiscito con un duplice intento: fissare la volontà della maggioranza della popolazione ad accettare il passaggio di territorio e fugare, su scala internazionale, ogni dubbio sulla giustezza della scelta emersa dal tavolo di Parigi.

Partecipano alla consultazione solo i cittadini residenti nella zona alla data del 12 ottobre 1947, quelli con almeno un genitore nato nei paesi interessati e coloro che sono in grado di dimostrare di avervi avuto domicilio prima dell’avvento del fascismo. Dalla votazione sono esclusi tutti coloro che, dopo il passaggio dei territori alla Francia, decidono di trasferirsi in Italia. Su un totale di 2.845 votanti, 2.603 si esprimono a  favore dell’annessione, 137 si astengono, 218 esprimono parere negativo e 24 voti sono dichiarati nulli. Prima del definitivo passaggio alla Francia, parte della popolazione di Briga e Tenda decide di avvalersi del  diritto di opzione, una clausola prevista dal Trattato di Pace di Parigi che consente ai cittadini di lingua italiana, residenti nei territori destinati a passare sotto la sovranità francese, di mantenere la cittadinanza italiana e trasferirsi in Italia. Una strada percorsa da circa 750 persone (575 da Tenda e 175 da Briga) che superano il confine giungendo sul versante italiano della valle, dove si trovano a vivere nella condizione di profughi, inducendo le autorità locali ad approntare una rete assistenziale in grado di soccorrerli.

Anche parti del comune di Olivetta San Michele furono cedute alla Francia come le frazioni di Libri e Piena, quest’ultima famosa per uno scalo ferroviario e una centrale elettrica.

Su questi tagli del confine fu fatto anche un film con Totò e Fernandel. Il film La legge è legge! (La loi c’est la loi!) fu voluto dal produttore Alexandre Mnouchkine, padre di Ariane Mnouchkine, fondatrice del Théatre du Soleil. Il film si fonda sulla storia dell’annessione alla Francia del comune di Briga Marittima, che divenne francese nel 1947, secondo i trattati di pace di Parigi. In realtà, per questioni economiche e strategico-militari, il territorio del comune fu tagliato in due dalla linea di frontiera che segue la linea di cresta del bacino della Val Roja. In questo modo, tuttavia, alcune frazioni situate di là dalle creste, a qualche chilometro dal capoluogo divenuto francese, rimasero italiane: Realdo fa oggi parte del comune di Triora in Liguria, mentre Upega e Piaggia formano il comune di Briga Alta in Piemonte, istituito nel 1947.

La nuova linea di frontiera causò non pochi problemi agli abitanti dei borghi italiani (circa 700 in tutto): i pastori avevano i loro alpeggi di là dal confine, e i controlli dei gendarmi erano quotidiani; alcune famiglie di Realdo avevano le loro proprietà al Frascio, una frazione in territorio francese che fu abbandonata per le complicazioni relative al passaggio della frontiera e alla gestione dei beni oltre confine, complicazioni che si protrassero fino agli anni sessanta almeno; nei primi anni dopo il 1947, numerose persone furono arrestate dai gendarmi per contrabbando, mentre si recavano a Briga, divenuta ufficialmente la Brigue, per sbrigare le proprie faccende (vendere del formaggio, andar dal barbiere, ecc.); per tutti gli anni cinquanta, i brigaschi italiani dovevano chiedere i loro documenti, come l’estratto di nascita, al municipio francese, con grandi disagi e ritardi. I nomi dei protagonisti del film sono ispirati dalle vicende locali: Fernandel è il gendarme Pastorelli, dal cognome di una delle più numerose famiglie brigasche; e nel film, più volte, si fa allusione agli ordini e ai provvedimenti attesi dalla vicina città di Cuneo.