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Gli “Amici del dialetto sanremasco”, laddove passato e futuro si incontrano

21 marzo 2016 | 09:50
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Gli “Amici del dialetto sanremasco”, laddove passato e futuro si incontrano

La rubrica rivolta alle comunità Facebook della Provincia di Imperia, realizzata da Riviera24.it in collaborazione alla DCT – Dianoia Consulting Team, incontra gli “Amici del dialetto sanremasco” accompagnata dall’amministratore Gianni Modena

Sanremo. Dai gruppi generalisti a quelli particolari: #jesuissocial – la rubrica rivolta alle comunità Facebook della Provincia di Imperia, realizzata da Riviera24.it in collaborazione alla DCT – Dianoia Consulting Team – incontra gli “Amici del dialetto sanremasco” accompagnata dall’amministratore Gianni Modena.

Nato quatto anni fa con il fine di portare avanti la tradizione nostrana mantenendo vivo il ricordo dell’originario idioma matuziano, gli “Amici del dialetto sanremasco” non è un semplice, proletario gruppo social: è – come ben si comprende dalla chiacchierata riportata di seguito con il Sig. Modena – un luogo di incontro fra passato e futuro; è il punto di convergenza di una lingua di ieri, rianimata nello spazio e nel tempo digitale; è un circolo 2.0 dove una generazione over 50 abitualmente si ritrova per rivivere e riviversi in una nuova Villa Matuciana.

Buongiorno Sig. Modena, chi ha fondato il gruppo Facebook degli “Amici del dialetto sanremasco”? E perché?

L’iniziativa si deve a un sanremasco residente a Verona, Fabrizio Fulloni, che tramite Facebook ha trovato un mezzo per difendere e continuare a tramandare il nostro dialetto. Oggi purtroppo l’abitudine di esprimersi con il sanremasco è andata perduta. Sono in pochi coloro che ricorrono ad esso per rivolgersi, anche solo per un saluto, agli altri, e generalmente costoro restano circoscritti nelle campagna e nelle frazioni. Ma il dialetto deve continuare a vivere e noi, che ancora ne conserviamo memoria, abbiamo l’obbligo morale di diffonderlo.

Ma non solo dialetto…

Infatti. Casualmente poco dopo l’apertura del gruppo qualcuno ha incominciato a postare foto d’epoca della città di Sanremo. E quelle immagini in bianco e nero hanno come aperto i portelli di una diga, e il gruppo che si stava stagnando sui 200 iscritti è giorno dopo giorno cresciuto di membri – attualmente 2.691 – che, richiamati dalla Nostalgia, hanno iniziato a lasciare i loro commenti condividendo il loro ricordi, la loro infanzia, la loro adolescenza. Poi, in maniera del tutto spontanea, sono sorte alcune attività ludico-culturali che hanno permesso al gruppo di crescere ancora.

Ad esempio?

Aldo Bottini, colui che io chiamo “Il pensante sanremasco”, ha dato vita ad alcune rubrichette molto seguite: “Parole Sante”, dove traduce la parola del Vangelo domenicale in dialetto; “Cu m’a ghe dìmu”, un quiz in cui posta l’immagine di un oggetto d’uso comune e invita i membri a ricordarne il nome dialettale; “In ciappetu u tira l’autru”, dove due popolane immaginarie, Licina e Maleta, intrattengono un dialogo in sanremasco rivolto ad argomenti di attualità; e “Ina pessigà de sà”, una rubrichetta sui proverbi comportamentali. Accanto alle attività di Bottini, bisogna senza dubbio ricordare “Il quiz della domenica” di Marco Mauro, che puntualmente alle 9.00 di ogni domenica mattina posta la fotografia di uno scorcio di Sanremo chiedendo ai membri di indovinare dove sia o a quale palazzo appartenga.

Da queste attività virtuali sono nate poi delle attività reali?

Ebbene sì. Ad esempio dopo aver condiviso una lontanissima fotografia di San Romolo, insieme al gruppo dei Ravacoi, è nata l’idea di una camminata dal centro di Sanremo fino al prato di lassù. Pranzo al sacco con obbligo di consumarlo su una tovaglia distesa in terra. Eravamo circa una sessantina e mentre ci inerpicavamo su per i sentieri, ci tornava in mente di quando ragazzini salivamo e scendevamo a piedi da San Romolo quasi ogni giorno. Senza dimenticare i “Ciapétu”…

Gli “Amici del dialetto sanremasco” è quindi un gruppo molto interattivo e partecipativo, tale che tutti gli amministratori di comunità social dovrebbero assumere a modello. Qual è il vostro segreto?

Non saprei dirle. Una volta al mese io e gli altri amministratori ci incontriamo per discutere l’operato cercando di animare sempre di più il gruppo con nuovi quesiti e nuove attività. Inoltre dietro ogni post o quiz si cela un intenso lavoro di ricerca svolto sui libri piuttosto ché in rete. Non vogliamo fare i professori, ma ogni cosa che pubblichiamo è oltre modo documentata: il nostro intento è soltanto quello di lasciare un messaggio nozionistico e conoscitivo. Proprio per questo motivo le nostre discussioni non sono mai fuori da toni ma in ogni circostanza costruttive ed educate.

Cosa rappresenta per lei il gruppo degli “Amici del dialetto sanremasco”?

E’ un canale per ritrovarsi, un mezzo per incontrare gli amici e scambiare quotidianamente con loro quattro parole. E’ un po’ come vedersi all’osteria tutte le mattine, senza però il bicchiere di vermentino e il tocco di farinata.