Floris (Accademia Kronos): “Trivelle e air gun inquilini indesiderati del nostro mare”

28 marzo 2016 | 11:51
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Floris (Accademia Kronos): “Trivelle e air gun inquilini indesiderati del nostro mare”

“Il santuario delle balenottere, capodogli, delfini, orche è minacciato da attività pericolose”

Imperia. Contro gli Air Gun e le trivelle che minacciano il Santuario Pelagos. “Quelli– sottolinea l’ex sindaco di Andora Franco Floris, ma soprattutto fondatore di Accademia Kronos – sono inquilini indesiderati”.

E proprio Floris, facendo riferimento anche ad uno studio realizzato da Oceana.org ricorda come il “Santuario è un’area marina protetta compresa nel territorio italiano, francese e monegasco, classificata come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo. Ha una superficie di 87 mila e 500 chilometri quadrati, di cui 25 mila e 500 di competenza italiana. Questa zona di mare è caratterizzata, appunto, da una massiccia concentrazione di cetacei. Sguazzano liberamente nel Pelagos: balene, balenottere, capodogli, delfini, orche e altri simpatici mammiferi marini. Purtroppo, sono sempre di meno”.

Viene anche evidenziato che “sulla costa occidentale sarda, sono presenti diverse zone protette pericolosamente vicine all’area richiesta dalla Schlumberger: Capo Caccia, Asinara, Isola Piana, Stagno di Cabras e di Mistrars, Isola di Mal di Ventre e altre ancora. Sul sito Oceana.org – la più grande società internazionale per la conservazione degli oceani – sono ben spiegati gli effetti degli air gun sulla vita marina. Effetti davvero considerevoli: perdita temporanea e permanente dell’udito, abbandono dell’habitat, interruzione degli accoppiamenti e dell’alimentazione, oltre che casi di spiaggiamento. Per balene e delfini, che grazie all’udito trovano cibo, comunicano e si riproducono, essere in grado di sentire è una questione di vita o di morte”.

Ancora Floris: “È indubbio, quindi, che l’utilizzo di tale tecnologia potrebbe mettere a repentaglio l’ecosistema della zona interessata. Lo studio di Valutazione di Impatto Ambientale pubblicato dal Ministero dell’ambiente afferma che tutto sarà posto a distanza tale dalla costa da poter «garantire la preservazione di aree di tutela ambientale». Le rassicurazioni convincono poco, visto che, in barba a limitazioni, aree o perimetri, un delfino va dove gli pare. Si potrebbero mettere dei cartelli ma, per quanto intelligenti, non sanno leggere. Per ora“.