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Dolceacqua, il no del Sindaco Gazzola alla fusione dei Comuni: “Si perde l’identità territoriale”

5 marzo 2016 | 08:10
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Dolceacqua, il no del Sindaco Gazzola alla fusione dei Comuni: “Si perde l’identità territoriale”

“Il disegno e le manovre del legislatore sono chiari”, ha dichiarato, “Lo scopo è far sparire i piccoli comuni”

Dolceacqua. Il Sindaco Fulvio Gazzola pronto a difendere l’identità territoriale del paese dei Doria: “Sì alla fusione dei Comuni solo se è volontà del popolo e si manifesta attraverso la votazione di un referendum”.

La contrarietà alla proposta di legge n. 3420, relativa all’accorpamento dei Comuni con meno di 5000 abitanti, è stata manifestata in modo forte e chiaro dalla Giunta Gazzola in sede di Consiglio Comunale.
“Non sono favorevole alla fusione dei Comuni se questa deriva da un obbligo imposto dal legislatore”, ha dichiarato il Sindaco, “Inoltre la fusione non comporta un risparmio della spesa e non garantisce il presidio e l’amministrazione del territorio”.

Gazzola non si è risparmiato e ha pronunciato parole durissime contro proposta di legge: “Il disegno e le manovre del legislatore sono chiari”, ha dichiarato, “Lo scopo è far sparire i piccoli comuni. Ma le unioni di comuni non partono e non funzionano, perché è impossibile, in pratica, farle partire”.
E ancora: “La legge è stata scritta in maniera tale che le unioni non funzionino, sia perché i segretari devono lavorare gratis, sia perché il personale non può avere incentivi economici”.

Insomma, una proposta totalmente da bocciare, quella che vorrebbe modificare l’articolo 13 del Decreto Legislativo n. 267/2000 con il seguente 2bis: “Un Comune non può avere una popolazione inferiore a 5.000 abitanti”. Un articolo, questo, che firmerebbe una condanna a morte per Dolceacqua, che di abitanti ne ha meno della metà.

Contraria alla posizione della Giunta Gazzola, Marisa Zilli, Consigliere di Opposizione: “Il problema è molto complesso e non si può guardare al futuro con logiche di campanilismo”, ha dichiarato, “La Liguria è penalizzata da una mentalità meno avanzata rispetto al resto d’Italia, dove le unioni di Comuni funzionano molto bene”.