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Depressione, ansia e stress: combatterli con l’attività fisica è possibile!

30 marzo 2016 | 11:24
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Depressione, ansia e stress: combatterli con l’attività fisica è possibile!

La psicologa e psicoterapeuta Giulia Massucco spiega quanto lo sport sia il migliore alleato per raggiungere e mantenere il proprio benessere psicofisico

Ho pensato di utilizzare questo “spazio” di espressione, per esporre delle tematiche che mi vedono coinvolta nel duplice ruolo professionale che, a partire dal mio trasferimento in questa città, ho deciso di ricoprire: sono una psicologa, psicoterapeuta e, dal mio arrivo a Sanremo, svolgo il ruolo di reception presso la palestra Dplanet. Ho pensato, allora, di trattare la tematica del benessere psicofisico derivante dalla pratica dell’attività sportiva, potesse toccare trasversalmente questa mia duplice identità professionale.

Gli effetti positivi sul benessere fisico, sono sicuramente più evidenti e da più tempo documentati da studi di psicofisiologia e di medicina, dai quali è possibile concludere che l’attività fisica può essere considerata, a tutti gli effetti, un comportamento di autoprotezione della salute. Ne traggono un miglior funzionamento l’apparato cardiovascolare, l’apparato respiratorio, quello osteo-articolare e gli equilibri ormonali e metabolici che regolano la glicemia, il colesterolo, i trigliceridi, ecc.

Il collegamento mente-corpo è un concetto esistente già nel pensiero antico (concezione “olistica dell’uomo, imperniata intorno all’unitarietà mente-corpo, benessere fisico-benessere psichico). I meccanismi che regolano l’interazione tra salute fisica ed emotività, tuttavia, sono oggetto di studio della psicofisiologia, della medicina e delle più recenti branche della psicologia, in particolare Psicologia della Salute e Psicologia dello Sport.

La recente attenzione sugli aspetti psicologici attinenti alla pratica sportiva ha evidenziato un tono dell’umore migliore, una migliore autostima, un’emotività equilibrata, una buona qualità del sonno e delle risposte allo stress negli sportivi; infine, una diminuzione della depressione, o comunque delle condizioni di umore ‘basso’.

Il mio intento, è quello di trattare singolarmente queste tematiche, di volta in volta, analizzando ciascuna delle componenti psicologiche che traggono vantaggio dalla pratica dell’attività sportiva: qual è il significato di ciascuna di esse, come si evolve nello sviluppo dell’individuo e quale può essere l’influenza benefica che deriva dallo sport in termini di aumento qualitativo e quantitativo del fattore in questione.

I primi studi scientifici che dimostrano gli esiti positivi dell’attività fisica sulla depressione risalgono agli anni ‘70. Gli effetti del miglioramento del tono dell’umore, già riscontrabili al termine di una sessione d’esercizio in soggetti a lungo sedentari, ma ovviamente più evidenti e duraturi con una pratica sportiva di lunga durata, potrebbero essere derivanti dalla possibilità di svago, dalla distrazione dai propri problemi, dal miglioramento dell’immagine di sé e dell’autostima, dal piacere di praticare in gruppo.

Un tema più dibattuto e controverso, riguarda l’effetto dell’attività fisica sull’ansia. È stato oramai dimostrato che lo sport, se praticato senza eccessi e con regolarità, può prevenire e alleviare i sintomi dell’ansia e dello stress.

In soggetti non affetti né da ansia o depressione, è stato verificata la relazione positiva tra attività fisica e benessere psicologico, anche quando la si pratica moderatamente. In queste persone l’effetto maggiore sulle emozioni e sull’umore è da ricondursi a fattori soprattutto psicosociali: la possibilità di far parte di un clima di gruppo accettante e non agonistico, l’attività focalizzata su obiettivi quali il miglioramento personale o la padronanza del compito piuttosto che sulla competizione, lo sport praticato in maniera piacevole, ad intensità moderata.

Dagli studi condotti, sembra che specifici trainings di allenamento contribuiscano a migliorare sia l’ansia di stato che di tratto in misura addirittura paragonabile alla psicoterapia; tre o quattro mesi di pratica sarebbero in grado di migliorare l’ansia. I meccanismi psicologici che potrebbero essere alla base di questo effetto sembrano essere l’effetto distraente dell’attività praticata, gli effetti del miglioramento dell’autostima, della percezione del sé fisico, della padronanza di sé: tutti questi effetti benefici agirebbero riducendo i pensieri ricorsivi e negativi, fonte degli stati ansiosi.

La riduzione dell’ansia si riflette positivamente, a lungo termine, sul miglior funzionamento del sistema immunitario. Lo stress e l’ansia, infatti, sono risposte sane e funzionali che il corpo mette in atto per affrontare situazioni difficili e momenti di crisi (aiutano a mantenere focalizzata l’attenzione e a concentrarsi sui compiti a cui ci si deve dedicare). Se però lo stato di tensione dovuto all’ansia e allo stress sono prorogati oltre misura, a causa di preoccupazioni economiche o di salute, per periodi protratti nel tempo, allora tutto questo si ripercuote sul fisico e per avere effetti negativi sulla salute.

Il meccanismo psicofisiologico attraverso cui lo stress influisce sul corpo è molto complesso. Quale che sia la molla che fa scattare lo stress, questo mette in moto una risposta complessa che chiama in causa più di mille reazioni biochimiche nel cervello e nel resto del corpo. Tutti questi cambiamenti sono mediati dal sistema nervoso, endocrino ed immunitario.

Questo intricato circuito biologico culmina con la produzione di cortisolo, la sentinella che dà l’allarme preparando il corpo ad un’azione impegnativa, alterando il metabolismo delle risorse disponibili. Lo stress incomincia a far pagare il suo prezzo, quando il livello di cortisolo ha degli sbalzi continui e finisce per rimanere alto in permanenza. In queste condizioni il cortisolo ha un effetto negativo sul sistema immunitario abbassandone la resistenza. Una volta compromesso il sistema immunitario, il nostro sistema naturale di difesa, lo stress diventa la strada per ammalarsi.

Lo sport può essere un valido “antidoto” per contrastare l’accumulo di tensioni, preoccupazioni e pensieri negativi,
poiché mette in circolo nuova energia e questa rigenerazione attiva stati mentali che riducono gli effetti dell’ansia, delle tensioni e preoccupazioni quotidiane. La circolazione dell’energia migliora il sonno, accelera il metabolismo migliorando molte funzioni del nostro organismo.

Si può quindi ragionevolmente affermare che lo sport metta in circolo sentimenti e pensieri positivi, attivi stati mentali nuovi coinvolgendo parti del corpo; in questo modo, esso promuove uno stato di salute che giova al sistema immunitario e aumenta le difese.

Il meccanismo neurofisiologico alla base degli effetti descritti, è legato all’aumentato rilascio di endorfine, sostanze chimiche di natura organica prodotte dal cervello, dotate di proprietà fisiologiche di tipo analgesico ed eccitante: durante situazioni particolarmente stressanti il nostro organismo rilascia endorfine per sopportare meglio il dolore e migliorare lo stato d’animo. L’effetto è, dunque, analgesico, euforizzante, anti-ansia, antiaggressivo e soprattutto immunostimolante.

Vorrei prendere in considerazione, inoltre, l‘effetto positivo che lo sport ha sulla sensazione di autoefficacia, fiducia in se stessi e autostima. Fare sport implica il porsi degli obiettivi, che, per quanto piccoli, aiutano a sentirsi più capaci e più fiduciosi nelle proprie possibilità di raggiungere delle mete: spesso, ciò è impedito dal permanere di uno stato di ansia e di scarsa fiducia nelle proprie capacità. Naturalmente, tutti questi effetti producono dei circoli virtuosi, poiché l’autostima è una delle molle che predispongono ad iniziare l’attività sportiva, ma aumenta anche grazie agli effetti benefici e visibili che essa produce in termini di salute, benessere psicofisico e miglioramento dell’aspetto estetico.

Dott.ssa Giulia Massucco, psicologa e psicoterapeuta