Con i contadini 2.0 la terra del Ponente non invecchia mai
Passato e futuro si sono incrociati nell’agricoltura e una nuova generazione si sta facendo avanti, rigenerata nell’incontro tra antiche aree di coltivazione e competenze aggiornate a un mercato che accelera su e-commerce, social network e sharing economy
Imperia. “La terra non invecchia mai”, raccontavano i nostri nonni: contadini di ieri, tutto il giorno con la zappa in mano sotto il sole rovente dei campi. E quel detto composto da parole poco istruite, faticose e tanto orgogliose, oggi si rinnova. Da qualche tempo infatti passato e futuro si sono incrociati nell’agricoltura. Non se ne parla molto eppure l’alleanza è già molto sviluppata. Una convergenza dove un mestiere brulloso e secolare come quello del contadino ha adottato le nuove tecnologie guardando sempre di più al digitale e all’innovazione. Il modo di vendere e quindi di acquistare i prodotti della terra è cambiato; e una generazione, vecchia e nuova, di contadini 2.0 si sta facendo avanti nel Ponente, rigenerata nell’incontro tra antiche aree di coltivazione e competenze aggiornate a un mercato che accelera su e-commerce, social network e sharing economy.
A dipingere questo quadro campestre è Bjull, la prima community online che mette in contatto piccole aziende agricole e hobby farmer con tutti coloro che desiderano portare in tavola prodotti dell’orto a km zero.
Basandosi sul sistema della sharing economy, ovvero dell’economia partecipativa, Bjull ha permesso a tutti coloro che hanno un lotto di terra, anche piccolo, di registrarsi e vendere i propri prodotti in eccesso. Limitare quindi lo spreco e favorire la riconversione e la condivisione è la sua filosofia. Una linea di pensiero che ha coinvolto tutto il Bel Paese, in particolare il Ponente Ligure. Su circa 200 contadini 2.0 iscritti infatti, la comunità territoriale maggiore e più attiva è quella della Provincia di Imperia.
Tra i “bjuller “più interessanti: Stefania Iberto di Imperia Porto Maurizio che “in una terra battuta dal vento e stretta tra mare e monti, su terreni di terrazze a maixel, porta avanti insieme ai suoi bambini una tradizione di famiglia, la taggiasca”; Germano Bonello che nel suo orticello a Montegrosso Pian Latte sulle Alpi Liguri produce patate d’alta quota e una dolcissima specialità, il miele; o Fabio Acquista che a Vallecrosia coltiva due piccoli pezzi di terra con l’intento di vivere di quello che la natura può offrire.
Ad aggiungere dettagli al quadro di Bjull è la ricerca risalente al dicembre 2015 / gennaio 2016 e condotta da Nomisma (società indipendente che realizza ricerche a livello nazionale e non) con il supporto di Image Line (azienda hi-tech italiana specializzata nei servizi informatici per le aziende agricole). Nomisma e Image Lime hanno infatti definito ulteriormente i nostri contadini 2.0, attestando che: il 61% degli agricoltori italiani utilizza quotidianamente internet per le proprie attività in campo; il 95.6% ricorre a pagine web e banche dati online a supporto della gestione dell’azienda agricola; e tra questi il 35.2% lo fa per avere informazioni meteo mentre l’11.2% si tiene aggiornato sui prezzi dei prodotti agricoli. Inoltre il 20.4% degli agricoltori ha un proprio sito web, di cui il 26.4 % consente al consumatore di acquistare prodotti online, e sorprendentemente il 43% è interessato all’utilizzo di droni per gestire e monitorare le proprie coltivazioni a imitazione di quel 2.1% che già ricorre ad essi.