Brutta Pasqua all’Ospedale di Carità: licenziati 22 dipendenti della coop “Nuova Assistenza”

28 marzo 2016 | 13:00
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Brutta Pasqua all’Ospedale di Carità: licenziati 22 dipendenti della coop “Nuova Assistenza”
Brutta Pasqua all’Ospedale di Carità: licenziati 22 dipendenti della coop “Nuova Assistenza”
Brutta Pasqua all’Ospedale di Carità: licenziati 22 dipendenti della coop “Nuova Assistenza”

Motivo del licenziamento (il contratto scade a settembre prossimo): l’omonima fondazione Onlus che gestisce l’Ospedale di Carità non sta più pagando l’appalto alla coop della quale fanno parte i dipendenti in questione

Taggia. Pasqua amara per 22 dipendenti della Cooperativa “Nuova assistenza” impiegati all’Ospedale di Carità. Tutti verranno licenziati a fine mese, precisamente il 31 di marzo. Infermieri, operatori socio-sanitari e animatori non lavoreranno più nella struttura – inaugurata tre anni fa nell’edificio di Villa Cepollina – che sorge vicino alla stazione dei treni e che accoglie al suo interno circa 60 ospiti, per lo più anziani bisognosi di assistenza. Motivo del licenziamento (il contratto scade a settembre prossimo): l’omonima fondazione Onlus che gestisce l’Ospedale di Carità non sta più pagando l’appalto alla coop della quale fanno parte i dipendenti in questione. Sarebbe circa un anno e mezzo che non vengono onorati i circa 45.000 euro mensili, per una cifra che, oramai , ha raggiunto gli 800.000 mila euro.

Al licenziamento, secondo fonti sindacali, si aggiungerebbe un altro macigno sui dipendenti della “Nuova Assistenza”: la Fondazione non ne riassumerà che 4 o 5, per gestire il primo piano della struttura (30 ospiti) un tempo in carico alla coop con la già citata forza lavoro da 22 addetti. La Fondazione porterà infatti personale proprio, che si andrà ad aggiungere a quello che già lavora al secondo piano della struttura, che a su volta accoglie circa 30 ospiti. La cooperativa “Nuova Assistenza” ( con sede a Novara e che conta più di 2000 lavoratori in mezza Italia) fino ad oggi ha sempre pagato gli stipendi nonostante i ritardi della Fondazione.

Dal canto suo, la dirigenza della Fondazione, fa sapere che: “Entro due mesi onoreremo il debito che abbiamo contratto con la cooperativa. Al contempo è in atto una riorganizzazione della struttura per migliorarne l’efficienza. Inoltre – concludono i responsabili dell’Ente – cercheremo di riassumere il maggior numero di dipendenti licenziati, nel rispetto delle vigenti normative”