Bordighera, una folla immensa e silenziosa per l’addio a Tancredi Ferrari
Il 23enne morto in un tragico incidente stradale sulla A10, mentre rientrava da una serata di divertimento con gli amici
Bordighera. Fiori colorati e la maglia blu e arancio del Bordighera Sant’ampelio Calcio sul feretro di legno chiaro dove giace Tancredi Ferrari, portato a spalla dagli amici e dai compagni della sua squadra di calcio.
Nella chiesa di Terrasanta, gremita in ogni ordine di posto, si sono svolti i funerali del 23enne morto a seguito di un incidente stradale all’alba di domenica scorsa.
Un silenzio irreale, fuori e dentro la chiesa, dove oltre un migliaio di persone ha salutato per l’ultima volta il giovane. Presente l’intera amministrazione comunale di Ventimiglia. Anche i Consiglieri di Opposizione hanno voluto portare il loro saluto alla famiglia di Tancredi, figlio del collega di Maggioranza Diego Ferrari.
“Siamo radunati qui per offrire l’Eucaristia al nostro fratello Tancredi”, ha detto Padre Francesco, visibilmente commosso, durante l’omelia, “Chiamato alla casa del Padre a questa giovane età, tragicamente. Non è mai facile trovare delle parole che alimentino la speranza in questi momenti. Ma noi, pur sgomenti, alimentiamo la speranza nella nostra fede. Non dobbiamo avere paura perché nulla ci può separare dal Signore. Nessuna cosa nemmeno la morte ci può separare dall’amore di Dio perché Dio rimane sempre e comunque con noi e diventa nostra speranza e nostra forza”.
Il parroco di Terrasanta ha espresso le sue condoglianze alla mamma, al papà e al fratello di Tancredi Ferrari, sostenuti dall’affetto dei tanti amici presenti.
“La nostra vita è fatta di cose belle, ma anche di imprevisti e di tragedie”, ha aggiunto Padre Francesco, “Ma noi non dobbiamo temere alcun male perché Lui è con noi, ci guida e ci dà sicurezza”.
Il Parroco ha spiegato le letture scelte per la messa, come il Vangelo di Giovanni, quando Gesù preannuncia la sua morte ai suoi discepoli: “Loro sono preoccupati, non capiscono, ma Gesù li rassicura: le parole della scrittura possono aiutarci ad avere un pochino di speranza. Affidiamo alle braccia di Dio Tancredi, la sua giovane vita, il suo vigore. Mentre noi patiamo questo distacco prematuro, la parola di Dio ci viene di conforto. Noi crediamo nella vita dopo la morte nelle scritture i morti vengono chiamati “i viventi” perché vivono. Tancredi ora è dove non esiste più né dolore, né lutto né morte”.
“Vi aiuti il Signore”, ha detto il parroco rivolto ai familiari, “Ad avere un pizzico di speranza e di conforto nei giorni che verranno. Vi siamo vicini in questi momenti così dolorosi. La fede ci aiuta a guardare oltre la morte”.