Bordighera, commercianti sul piede di guerra: “La nostra non è stata una vera Pasqua”

29 marzo 2016 | 23:22
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Bordighera, commercianti sul piede di guerra: “La nostra non è stata una vera Pasqua”

Negozi tutti aperti, ma vuoti: i turisti hanno fatto acquisti al mercato straordinario

Bordighera. “Se vogliono che chiudiamo tutti, basta dirlo subito”. A due giorni dalla Pasqua i commenti dei commercianti bordigotti sono tutt’altro che positivi. Rabbia e frustrazione fanno da padrone e l’umore degli esercenti è davvero sotto terra. Il motivo? La decisione di piazzare sul lungomare Argentina una cinquantina di bancarelle che vendevano di tutto: dalla biancheria per la casa ai vestiti, dalle calzature alle borse. E i negozio, che si trovano tutti in centro, erano vuoti.

“Abbiamo lavorato bene sabato”, dice la titolare di un negozio di abbigliamento, “Poi domenica il vuoto, tanto che non ci sembrava nemmeno che fosse Pasqua”.
“Di gente ce n’era davvero tanta, forse più che gli anni scorsi”, le fa eco un collega, “Eppure di vendite non ne ho fatte”.

Certo c’è la crisi e di soldi ne girano pochi, ma tutti gli intervistati puntano il dito contro la decisione del comune di accettare la richiesta del “Mercato della Riviera dei Fiori”.

“L’avessero fatto in un momento morto, avrebbe avuto un senso”, dice un commerciante, “Ma portare il giorno di Pasqua un mercato del tutto simile a quello del giovedì è come tirarsi la zappa sui piedi. Noi paghiamo le tasse tutto l’anno e stiamo aperti sempre, anche quando non c’è gente. Aspettiamo le feste con ansia, per avere un po’ di respiro, e loro ci mettono un mercato. Questo è davvero un bel contributo per far chiudere i negozi”.

“Abbiamo sempre lavorato a Pasqua”, dice il proprietario di un negozio di occhiali, “Quest’anno zero. Ora dobbiamo andare a parlare con l’Assessore Debenedetti e chiedergli perché vuole farci chiudere tutti”.

Pur entrando in diversi negozi sparsi nelle vie principali della città, di commenti diversi non se ne trovano: tutti puntano il dito contro l’Amministrazione che ha deciso “di trasformare Bordighera nella città dei mercati. “Ma se lo vogliono fare, basta dirlo: chiudiamo tutti e via. Invece ci tirano mazzate, una dopo l’altra”.

Tutto è iniziato lo scorso anno con il “Mercato di Forte dei Marmi”, arrivato in un altro giorno strategico: il 16 agosto. Già allora, alcuni commercianti protestarono, raccogliendo delle firme poi inviate al Sindaco. “Ma non è cambiato nulla”, dicono scoraggiati, “Anzi ora ne hanno fatto altri”. Dopo i primi due – il primo il 21 febbraio e il secondo la domenica di Pasqua – sono ora attesi altri due appuntamenti: il primo maggio e il 21 agosto.

“Bello venire a vendere solo nei giorni in cui c’è il pienone di turisti. Così è facile”, si lamentano tutti, “Poi il Comune cosa ci guadagna? I soldi del suolo pubblico. Ma noi le tasse le paghiamo sempre e se chiudiamo le perdite sono molto superiori all’incasso derivato dall’occupazione del suolo di un giorno”.

C’è anche chi non si limita ad inveire contro l’Amministrazione Comunale, ma chiama in causa anche le associazioni di categoria: “Ma Confcommercio e Confesercenti cosa ci stanno a fare? Non dovrebbero tutelarci?”.

Cosa servirebbe a Bordighera per attirare turisti?“Non certo mercati di questo genere”, risponde una commerciante, “Mostre, esposizioni, eventi che richiamino gente ma che non siano concorrenziali ai negozianti. Perché il risultato è stato solo uno: eravamo tutti aperti e non ci siamo neanche accorti che fosse Pasqua”.

Il ponte di Pasqua è da dimenticare, dunque, e le aspettative non sono rosee: la rabbia dei commercianti cresce.