Appalto di illuminazione nella scuola, il Sindaco Alessandri e l’ex Giunta davanti ai Giudici della Corte dei Conti

8 marzo 2016 | 11:07
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Appalto di illuminazione nella scuola, il Sindaco Alessandri e l’ex Giunta davanti ai Giudici della Corte dei Conti

Renzo Brunengo e Alberto Molinari del Gruppo Consigliare “Uniti per Pieve di Teco” fanno il punto sulla vicenda

Pieve di Teco. Renzo Brunengo e Alberto Molinari del Gruppo Consigliare “Uniti per Pieve di Teco”, scrivono quanto segue:

Appariranno davanti ai Giudici di Genova, nell’Udienza del  16 marzo prossimo, il Sindaco Alessandro Alessandri, l’ex vicesindaco Luigi Tangorra,  gli ex Assessori Andreina Bonfiglio e Roberto Cameretti con il tecnico Giuliano Maglio ed il Segretario Alberto Marino.

La vicenda dell’appalto di illuminazione nella scuola di Pieve è degna  dell’annovero nelle  spese più assurde e sprechi  gravati sulle spalle dei cittadini ed è per questo che la Corte dei Conti ha mosso le contestazione agli amministratori del Comune di Pieve di Teco.  Le cose non sono andate  come il Sindaco vorrebbe far credere e riportate su alcuni giornali.  La manutenzione straordinaria di tutto il palazzo scolastico, avvenuta nel 2009 con i finanziamenti regionali ottenuti  dalla precedente amministrazione Brunengo,  comprendeva anche la sostituzione di tutti i corpi illuminanti,  oltre 200 plafoniere a neon costate 23.889 Euro,  tecnologicamente all’avanguardia ed a norma. Ma, una settimana dopo la fine dei lavori,  l’ Amministrazione Alessandri  dichiarava tali plafoniere,   appena installate,  “vetuste, non a norma” e ne ordinava la sostituzione con altre, sempre funzionanti al neon,  con una nuova ed enorme spesa di Euro 66.000.

Il gruppo di minoranza ha sempre votato contro questa scelta, ritenendola uno spreco,  che non  avrebbe fatto risparmiare nulla in termini di bolletta elettrica come invece sosteneva la Giunta,  composta dal vicesindaco Luigi Tangorra e dagli assessori Andreina Bonfiglio e Roberto Cameretti.  Ed in quelle occasioni il Sindaco, ostinatamente, arrivò a proporre al consiglio comunale “di censurare il gruppo di minoranza”  colpevole di avere reso pubblica, con tanto di cifre, l’assurda vicenda.

Ora, al di là del giudizio e degli eventuali addebiti della Corte dei Conti, resta il fatto,  incontrovertibile,   che sono stati sprecati  66.000 Euro delle casse comunali,  per rifare un impianto che nuovo già lo era. Nessuno a casa propria si comporterebbe in questo modo ed il Sindaco ne dovrebbe trarre le conseguenze.