Via Giuseppe Airenti ad Imperia: uno stabile fatiscente con persone abbandonate al loro destino

25 febbraio 2016 | 15:38
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Via Giuseppe Airenti ad Imperia: uno stabile fatiscente con persone abbandonate al loro destino

“Alla fine le case popolari vanno sempre agli stranieri, agli immigrati. Loro hanno tutto e noi italiani?”

Imperia. Spesso e volentieri i telegiornali ci raccontano del degrado delle periferie delle grandi città italiane ed europee, come Roma, Bucarest, le banlieu di Parigi, di come le persone vivano male. Per noi che viviamo in provincia si pensa che il degrado sociale sia solo un aspetto del quale la nostra zona sia immune ma purtroppo non è così.

E allora non serve andare nelle grandi città, basta recarsi ad Imperia in zona Caramagna in via Giuseppe Airenti dove si trova uno stabile di proprietà comunale, le cosiddette “case parcheggio”. Questa mattina al cronista di Riviera24 giunto sul posto per ascoltare il loro lamento è apparso immediatamente agli occhi uno stabile fatiscente che sembra rimanga in piedi per miracolo.

Sono 28 le persone che vivono o meglio, tirano a campare nelle case parcheggio di via Airenti, abbandonate dalle istituzioni che di loro si ricordano solo quando c’è da pagare l’affitto o quando arrivano bollette della compagnia elettrica con cifre da capogiro.

Ma il problema più grave segnalato più volte agli uffici comunali competenti è la carenza di interventi di piccola e ordinaria amministrazione presso lo stabile. Un’inquilina racconta che all’interno del suo appartemento la muffa la fa da padrone: “ho mio figlio malato di asma e la mia casa è invasa dalla muffa, ho parlato di questo ai servizi sociali del comune di Imperia ma nulla è stato fatto. Mio figlio è da una settimana a casa malato per via di febbre e bronchite e questa muffa sulle pareti in casa certo non aiuta.”

Lo stabile, inoltre, è anche senza riscaldamento e gli inquilini si arrangiano come possono: con stufe al kerosene che riscaldano quello che possono o addirittura qualcuno, preso dall’esasperazione, si è montato una stufa a legna in appartamento che alimenta con legno di qualità inferiore, ad esempio pezzi di mobilia. “Non è possibile che io debba stare al freddo e allora per protesta io l’affitto non lo pago, ci fanno vivere in condizioni disumane.”

Ma oltre ai cavi elettrici volanti, agli scalini e finestre rotte, ci sono altri e più gravi problemi. Una donna italiana coabita, le “case parcheggio” contemplano anche queste soluzioni, con una donna nordafricana ma la convivenza sarebbe tutt’altro che pacifica: “questa donna ha dei problemi mentali, qualche volta mi aggredisce – afferma la coinquilina -, mi tocca dormire sul divano in sala ed io che sono affetta da depressione cronica sto impazzendo.”

C’è anche chi da 30 anni vive in via Airenti e ormai vede come un proprio e vero miraggio la tanto agognata casa popolare, visto che la permanenza nelle “case parcheggio” sarebbe solo temporanea. “Alla fine le case popolari vanno sempre agli stranieri, agli immigrati. Loro hanno tutto e noi italiani? Io di qua non mi muovo, non ho lavoro, non ho soldi, che mi sfrattino pure di qua non me ne vado! Riusciamo a malapena a dare da mangiare ai miei figli, non c’è lavoro nessuno ci aiuta, i servizi sociali umiliano le persone.”

Questa la punta dell’iceberg dei problemi degli inquilini e di uno stabile che tutte le volte che piove in maniera copiosa, ha le cantine che si allagano. E’ vero che i comuni hanno problemi di bilancio ma la visita ogni tanto di un operaio che potesse sistemare qualcosa sarebbe un piccolo segnale, un modo per far vedere che le istituzioni sono vicine ai cittadini che soffrono e che non hanno risorse.