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Ventimiglia, alla scoperta del fiume Roja: tra accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto

24 febbraio 2016 | 07:14
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Ventimiglia, alla scoperta del fiume Roja: tra accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto
Ventimiglia, alla scoperta del fiume Roja: tra accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto
Ventimiglia, alla scoperta del fiume Roja: tra accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto
Ventimiglia, alla scoperta del fiume Roja: tra accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto
Ventimiglia, alla scoperta del fiume Roja: tra accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto
Ventimiglia, alla scoperta del fiume Roja: tra accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto

Un luogo sicuramente vissuto e vivo, il letto del Roja, la cui struggente bellezza stride con lo stato di totale abbandono in cui versa

Ventimiglia. In che condizioni versa il letto del fiume Roja? Un parco naturale, tanto prezioso da essere un S.I.C. (Sito ad Interesse Comunitario) è abbandonato a se stesso. Tra gli arbusti, i giunchi e gli alberi che vi crescono spontanei si trova di tutto.

Partendo da via Tenda, all’altezza del cimitero, ci siamo inoltrati lungo il letto del fiume per scoprire le “meraviglie” che nasconde. Incontriamo subito un accampamento abusivo: tende, letti, divani d’occasione e un tavolino intorno al quale siedono uomini e donne intenti a bere e parlare. Sono romeni. Già avvisati dalle forze dell’ordine, dovranno lasciare presto il loro alloggio di fortuna.

Ma di accampamenti e rifugi se ne trovano altri, anche se hanno l’aria di esser stati abbandonati da un po’. Materassi e coperte si incontrano un po’ d’appertutto nei luoghi più riparati. Persino tronchi e rami degli alberi sono piegati per poter servire da base per una tenda. E poi ci sono resti di fuochi, accesi per scaldarsi la notte o per cuocere il cibo. Scarpe, indumenti, una culla e diversi passeggini. Biciclette rotte, un forno, quel che resta di un motorino. Centinaia di bottiglie di vetro e plastica, cartoni di vino e pacchetti vuoti di sigarette: tutto sparso a pochi metri dall’acqua che scorre limpida verso il mare.

Un luogo sicuramente vissuto e vivo, il letto del Roja, la cui struggente bellezza stride con lo stato di totale abbandono in cui versa.

Ma non è ancora il tempo di trarre conclusioni. Il nostro reportage lungo il Roja continua. Più a monte ci imbattiamo in una vera e propria discarica. Tra costruzioni palesemente abusive, recintate da reti dei letti e ondulux, ci sono carcasse di moto e persino una macchina. Accartocciata e quasi coperta di muschio, l’auto è irriconoscibile ma al suo interno si vedono giochi di bimbi ancora intatti. Una coperta avvolge la carcassa di un animale che ha tutta l’aria di esser quel che resta di un cinghiale.
Non mancano i laterizi in ogni forma e dimensione. E ancora pneumatici, televisori, radio, lavandini, vasche, gabinetti e bidet: nel letto del Roja si trova davvero di tutto.

Però è un SIC ed è talmente prezioso che per salvaguardarne la bellezza è vietato persino entrare nell’alveo con mezzi pesanti. Questo divieto ci rassicura perché, a quanto abbiamo potuto verificare, di camion abbandonati almeno non ce ne sono: mancano solo quelli e poi la discarica è al completo.