Presidente Toti: “Serve innesto di privati per dar vita a più concorrenza e qualità”

15 febbraio 2016 | 11:38
Share0
Presidente Toti: “Serve innesto di privati per dar vita a più concorrenza e qualità”

In Liguria al via Road Map della riforma della Sanità

Genova.“Nella sanità occorre che ci sia più concorrenza e attenzione al merito e che, in una regione che è stata chiusa per troppi anni, arrivino finalmente i privati, in grado di abbattere i costi e aumentare la qualità delle cure, come è avvenuto in altre regioni”.

Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti agli Stati Generali della Sanità ligure al Teatro della Gioventù di Genova per presentare il Libro Bianco e aprire un processo di condivisione con tutti gli operatori socio-sanitari della Liguria.

“In questa regione – ha sottolineato il Governatori Toti – occorre che vengano potenziati i presidi sul territorio, in modo che le prime cure non vengano a mancare a nessuno e parallelamente semplificata e razionalizzata l’offerta complessa, quella all’interno degli ospedali, in modo da evitare duplicazioni inutili e sprechi.

Inoltre l’assistenza sociale e la sanità devono attingere ad uno stesso bacino di soldi pubblici, in modo da consentire risparmi che possono produrre benefici per il settore sanitario”.

Il presidente Toti ha rimarcato che “prende il via oggi la road map della riforma della sanità che verrà portata a termine entro l’estate”.

“L’incontro odierno – ha aggiunto il Presidente – non è solo un atto formale, ma l’inizio di un percorso per partire con un nuovo cammino e individuare i punti cardine della sanità ligure, insieme agli operatori del settore, da cui spero arrivino suggerimenti importanti.

Oggi affrontiamo uno di quei settori della politica molto sensibili, perché corrispondente ai bisogni dei cittadini, e visto che i soldi sono sempre meno, occorre uno sforzo di tutti: dalla politica agli operatori per far sì che con la diminuzione generale delle risorse non vengano a calare l’assistenza e le cure per la parte più debole della cittadinanza”.