Premio Nazione di Poesia Inedita “Ossi di seppia”: domenica 7 febbraio le premizioni

3 febbraio 2016 | 11:12
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Premio Nazione di Poesia Inedita “Ossi di seppia”: domenica 7 febbraio le premizioni

A Villa Boselli

Taggia. Domenica 7 febbraio, si svolgerà presso la Villa Paolo Boselli di Arma di Taggia, alle ore 17, la cerimonia ufficiale del Premio Nazione di Poesia Inedita “Ossi di seppia”, edizione numero 22 che ha visto la partecipazione di 1032 autori.

Autrice Prima Classificata:
Diana Maat, è il suo nome d’arte , vive sul Golfo di Napoli.
Studiosa i tarocchi rinascimentali.
Una volta al mese, quando la luna è piena si reca nei boschi con Suzanne, sua sorella maggiore, esperta di erbe medicamentose, ai piedi del Re Faggio: un robusto albero di cinquecento anni.
Insieme danzano e intonano canti al sacro grembo della Grande Madre.
In autunno, quando Persefone scende negli Inferi, l’autrice torna alle rovine del tempio della Malophoros, nell’amata Sicilia, sua terra adottiva..
Diana rimanda alla mente la dea delle selve, i culti lunari e segreti delle streghe, i misteri indecifrabili della natura.
Maat è la dea egizia che rappresenta l’ordine cosmico ed è connessa alla prova della pesatura del cuore.
Autrice Seconda Classificata:
Alessia Bronico, nata in Abruzzo, diplomata in Canto e laureata in Letteratura. Vive in Lombardia dove svolge l’attività d’insegnante.
Autore Terzo Classificato:
Umberto Morello, nato a Genova nel 1993, studente al Terzo anno della facoltà di Lettere e Filosofia nel capoluogo ligure.
Le opere dei primi tre autori classificati andranno a formare una Antologia che sarà pubblicata ed esclusive spese del Comune di Taggia.
Alla cerimonia saranno presenti il Presidente del Premio Roberto Orengo (Assessore alla Cultura), i giurati Lamberto Garzia, che del Premio ne è il segretario organizzatore), Angelo Tonelli, Massimo Morasso e gli ospiti Francesco Macciò, poeta, e la danzatrice Benedetta Savioli.
Si riportano alcuni Premi Speciali assegnati dalla Giuria:
Miglior autrice straniera: Nadezhda Georgeva Slavova (Bulgaria).
Gran Premio Speciale della Giuria: Silvia Dini.
Premio Miglior Autore Ligure: Antonio Cornolò.
Premio Miglior Autrice Ligure: Michela Ramella.
Premio Miglior Autore della Provincia di Imperia: Antonio Ascheri.
Premio Miglior autrice Under 25: Gaia Cultrone.
Premio Miglior autore nato o residente nel Comune di Taggia: Francesco Basso.

MOTIVAZIONI DELLA GIURIA PER I PRIMI TRE AUTORI CLASSIFICATI

1° Classificato: Diana Maat

C’è, fra noi in giuria, chi è stato colpito dalla sapiente leggerezza dei versi di Diana Maat. Chi, invece, ha notato la sua capacità di passare con fulminea naturalezza dall’astrattezza di una parola (per esempio “filosofia”, o “geometria”) a un pensiero, prensile, tattile, pieno di sensi. Chi, ancora, ha trovato interessante il sostrato biblico, sul quale il suo dettato si regge così spesso… Tutti, però, ci siamo trovati d’accordo nel rilevare come le qualità più intriganti della poesia della Maat stiano in versi come questi: “Apprenderò la geometria / del piano ultraterreno, / l’apprenderò in silenzio, / perché sono una bambina.” Si tratta di versi brevi, precisi e senza fronzoli. Versi nei quali il cantabile letterariamente scaltrito non è fine a se stesso, non è pura retorica formale, cioè, ma sa sposarsi con levità di tocco con un orizzonte immaginativo alto e fanciullescamente pieno di urgenza di significato. Non è per niente facile, in poesia, raggiungere credibilmente un tono fiabesco. In questo, soprattutto, sta la vittoria della Maat.

2° Classificato: Alessia Bronico

Tutti possiamo arrivare a capire cosa significa un “ticcheteticchetetacchete“ per scritto. Pochi sanno, invece, cos’è una “zama”*, e una “zama versatile”, per di più. Ancora meno, forse, saranno coloro fra di noi che sanno cosa vuol dire RAL. Si tratta, ci dicono, di un acronimo tedesco che oggi è usato quasi esclusivamente per definire una scala di colori nell’ambito delle vernici e dei rivestimenti. Bene. Intorno a questa “scala” si sviluppano i versi che ci ha fatto avere Alessia Bronico. La quale, non solo non teme l’estrosità un po’ occulta della sua parola-a-chiave, ma si permette di fare poesia – poesia visiva e di superficie, sì, ma assai lucida, e piena d’ironia – utilizzando con sbarazzino candore un insolito spettro lessicale che sta fra il buffo del ticcheteticchetetacchete e di un ossessivo tin tin tin e la “zama versatile”, appunto. E lo fa, con notevole vigore narrativo, per raccontare, in modo “contemporaneo”, di una cosa antichissima: l’amore.

* zama: lega di zinco unita a piccole percentuali di alluminio, magnesio e rame.

3° Classificato: Umberto Morello

“Fa così tardi / che ragioniamo in rondine” e “Adesso il cielo ci trema / rovesciato…” sono due nitidi esempi del modo, tutto interiore, con il quale Umberto Morello si confronta con la parola poetica. Che in piena coerenza con l’attitudine del poeta e del suo “occhio mentale” verso l’essenzializzazione dei dati percettivi e dell’esperienza vissuta, sembra consistere quasi più di vuoti e trasparenze figli di una sorta di sottrazione di realtà, che di altro… Vuoti e trasparenze, che corrispondono bene all’eco di una vocazione meditativa, fertilmente introflessa. Oggi, in generale, la poesia sta andando verso la prosa. La poesia cosiddetta “lirica” sembra aver esaurito il suo decorso storico. I versi che ci ha fatto avere Morello ci hanno convinti, soprattutto perché sono riusciti a ricordarci che è ancora possibile, al contrario, fare della buona poesia lirica. Ed è possibile dar voce, per fortuna, a quanto forse troppi poeti hanno messo nel dimenticatoio, l’anima