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Battistini: “Ecco perché non andrò in missione ad Auschwitz”

12 febbraio 2016 | 17:52
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Battistini: “Ecco perché non andrò in missione ad Auschwitz”

A causa di un consigliere regionale che con molta probabilità ha utilizzato termini e concetti inaccettabili nei confronti di individui solo perché diversi da lui e da quello in cui crede il portavoce regionale ligure M5Sha deciso di rinunciare

Liguria. Il portavoce regionale ligureM5S Francesco Battistini, spiega le ragioni per cui rinuncerà alla missione istituzionale della Regione Liguria nel campo di sterminio di Auschwitz come aveva promesso ai ragazzi di vari istituti.

“Ci sono valori, nella vita di ciascun individuo, che si formano negli anni, con l’educazione ricevuta in famiglia, a scuola, con le proprie letture, con gli ambienti e le persone che si frequentano.

La somma di tutto questo ha costruito, nel mio caso specifico, un forte e irrinunciabile rispetto per i diritti dell’individuo, indipendentemente da qualsiasi fattore che contribuisca a fare dello stesso, ciò che è.

Per questo sia da privato cittadino che, a maggior ragione, ora che sono stato chiamato a portare la voce dei cittadini nelle istituzioni, sono sempre stato in prima linea quando c’è stato da combattere ciò che di ancora sbagliato esiste, da questo punto di vista, nella società.

Come, del resto, sono sempre stato pronto e orgoglioso quando c’è stato da rappresentare l’istituzione Regione Liguria in tutte quelle occasioni in cui si è commemorato il ricordo dei terribili avvenimenti che, nel secolo scorso, hanno insanguinato la nostra storia, indipendentemente dal colore politico che avessero o che gli si fosse voluto dare”.

Così continua Battistini: “Nello scorso mese di gennaio, in occasione della commemorazione della Giornata della Memoria, abbiamo avuto l’occasione di incontrarci, durante la cerimonia che si è svolta nella sala del Consiglio Regionale e ho avuto il piacere di verificare che quei valori e quei fatti sono ancora ben chiari e tramandati a voi, cari studenti, perché possiate farne tesoro e aiutarci a fare in modo che non si ripetano.

Nell’ambito di queste celebrazioni, e per premiare giustamente l’ottimo lavoro che avete portato a termine, è previsto un viaggio in Polonia, per visitare, e vivere da vicino Auschwitz e l’orrore che quella struttura, con tutto quello che vi accadde, rappresentò per l’Umanità.

A questo viaggio mi offrii con grande entusiasmo per rappresentare, ancora una volta la Regione Liguria, dopo essere andato col gonfalone a Marzabotto per commemorare l’eccidio, ritenendolo, allora come oggi, un atto fondamentale e una opportunità di crescita personale.

Nel frattempo, però, si sono verificati fatti molto gravi: un consigliere regionale che con molta probabilità, secondo ciò che riferiscono alcune associazioni giunte in Regione per essere audite, ha utilizzato termini e concetti inaccettabili nei confronti di individui solo perché diversi da lui e da quello in cui crede.

Definizioni che hanno riportato alla mia mente gli orrori che ciò che andrete a visitare hanno rappresentato in un passato che, evidentemente, non ha insegnato abbastanza, e una latitanza dell’istituzione, rappresentata dal Presidente Toti, a cui ho chiesto, senza ottenerla, una netta e inequivocabile dissociazione da quelle parole e da quei concetti incivili, al di là della colpevolezza o meno della persona che le pronunciò.

Non c’è stata alcuna volontà di accertare i fatti, da parte della Giunta, e nessun sussulto di umanità e di giustizia nel rivendicare con forza la lotta convinta ad ogni forma di discriminazione, violenza e repressione dei diritti fondamentali dell’uomo!

Per questa ragione ho deciso di rinunciare, con enorme dispiacere, a rappresentare la Regione Liguria in quest’occasione ed altrettanto farò in tutte quelle occasioni in cui avrò la percezione che si tratti esclusivamente di una passerella, più dovuta che sentita davvero, per commemorare dei fatti in cui chi oggi ha il compito di guidare questa istituzione dimostra di non credere.

Questa rinuncia la devo a voi per primi e, scusandomi di questo, vi chiedo di avere occasione, nei prossimi mesi, di incontrarvi nei vostri istituti per poter dialogare, senza formalismi e senza maschere, di questi argomenti. La devo alle vittime di quegli orrori e alle loro famiglie, che hanno il diritto di veder rispettata la memoria di quegli orrori e avere la certezza che nessuno, oggi, possa avere la mente percorsa dagli stessi disvalori dei carnefici di allora. La devo a me stesso, perché non sono disposto a barattare i miei valori con una passerella priva di un significato profondo”.