Processionaria dei pini: a Ventimiglia si studiano metodi innovativi per contrastarla
Nel frattempo è bene sottolineare che la processionaria è pericolosa sia per gli umani che per gli amici a quattro zampe
Ventimiglia. La stagione primaverile sta per arrivare e porterà, insieme ai colori dei fiori e ad un cielo più azzurro, anche la tanto temuta processionaria dei pini.
Tra le 40 differenti specie di processionaria, una delle più diffuse è proprio quella del pino: la Thaumetopoea pityocampa. Insetto dell’ordine dei lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae, la processionaria del pino deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”.
Così la ritroviamo nei giardini e lungo strade e marciapiedi, una volta “caduta” dal bozzolo in cui cresce durante la stagione invernale. I mesi caldi, invece, li trascorre sotto terra.
La presenza della processionaria non può essere considerata un’emergenza, in quanto il problema si ripete ciclicamente: questo non significa, però, che non si attuino interventi contro l’insetto. Anzi.
“Già lo scorso autunno”, fa sapere l’Assessore Gabriele Campagna, “Abbiamo iniziato a prepararci al problema: tramite gli uffici preposti, sono state prese in considerazione diverse opzioni di trattamento ora al vaglio”.
Tra queste, anticipa l’Assessore, si stanno valutando metodi di contrasto al parassita che dovrebbero avere durata maggiore rispetto a quelli utilizzati in precedenza: “Mentre in passato si interveniva ogni anno, oggi ci sono nuove metodologie”, dichiara Campagna, “Che garantiscono – stando a quanto dicono i tecnici – una copertura di almeno due o tre anni”.
“Ad oggi non sono arrivate segnalazioni da parte di scuole o cittadini perché il problema non si è ancora manifestato, ma ci stiamo già attivando”, conclude.
Nel frattempo è bene sottolineare che la processionaria è pericolosa sia per gli umani che per gli amici a quattro zampe, in quanto l’insetto è dotato di una peluria urticante che può provocare ustioni anche gravi. E’ bene, dunque, evitare di avvicinarsi alle lunghe “processioni” dei lepidotteri che si potrebbero incontrare per strada.