Alla gara per la Rotonda di Sant’Ampelio potranno partecipare solo ditte esperte in restauro, ma il belvedere verrà demolito
Una gara d’appalto da 2 milioni di euro fa gola a molti e già i primi malumori fanno temere una serie di ricorsi
Bordighera. Slitta di un mese l’apertura delle buste per l’aggiudicazione dei lavori di riqualificazione della Rotonda di Sant’Ampelio.
Invece del 9 febbraio, com’era previsto, il termine ultimo per consegnare le offerte sarà il 9 marzo. Questo per permettere agli uffici di rispondere ad alcune osservazioni tecniche formulate direttamente da Genova.
Ma a preoccupare non è tanto la tempistica, quanto il bando di gara stesso, che inserisce come obbligatoria l’appartenenza alla categoria OG2, ovvero alla categoria delle ditte specializzate nel restauro e nella manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela ai sensi delle disposizioni in materia di beni culturali e ambientali.
Per la rotonda, però, non è previsto alcun restauro,bensì la demolizione e la ricostruzione totale della struttura in cemento. Perché allora imporre che sia una ditta specializzata in restauri ad effettuare i lavori?
“Perché è un bene vincolato” – rispondono gli uffici – “La scelta è stata ponderata”. Ma anche questa risposta non soddisfa e già pare che ci siano imprese che storcono il naso.
La rotonda in se stessa non è soggetta ad alcuna tutela se non in modo indiretto in quanto situata nell’area sottoposta al vincolo Ronchey. Ad essere vincolata, in quanto bene architettonico, è soltanto la chiesetta di Sant’Ampelio che, infatti, compare nell’elenco – stilato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria – degli immobili sottoposti alle disposizioni di tutela del decreto legislativo 42/2004.
“Il Belvedere sul Capo”, si legge nel documento firmato dal ministro Ronchey il 17 marzo 1993, “Potrà essere ridotto planimetricamente, arretrandolo rispetto al mare, abbassato di quota al massimo di metri 3, consolidato nella sua struttura verticale di sostegno, sempre secondo un progetto da sottoporre all’esame della Soprintendenza, ma non potrà essere soppresso né rialzato”.
E ancora: nella relazione tecnica allegata al testo del decreto Ronchey si legge: “Il belvedere di Capo S.Ampelio, ricavato sulla struttura di fondazione dell’ex Casinò di Bordighera, è diventato un ulteriore elemento di caratterizzazione del sito, consentendo non solo un affaccio sul mare e sulla scogliera ma anche alcune aperture prospettiche importanti, sulla chiesa di Sant’Ampelio”.
Non sembrerebbe esserci, dunque, nessun motivo valido per restringere la partecipazione di più ditte alla gara stessa che, essendo pubblica, deve necessariamente fondarsi sul principio della massima concorrenzialità.
Una gara d’appalto da 2 milioni di euro fa gola a molti e già i primi malumori fanno temere una serie di ricorsi amministrativi (TAR e Consiglio di Stato) volti all’annullamento del bando, in quanto esso potrebbe violare le vigenti normative sugli appalti. A testimoniarlo sono svariati pronunciamenti dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP).
Se ciò accadesse, le conseguenze sui lavori della Rotonda potrebbero essere negative sia in termini di tempi che di disponibilità dei fondi.