Camporosso, nessuna “cartella pazza”: da anni chi possiede terreni non paga come dovrebbe
Invece di incassare 350mila euro, come stimato dagli uffici, nelle casse comunali ne entrano appena 80mila
Camporosso. Da gennaio a questa parte, molti cittadini hanno ricevuto cartelle esattoriali relative al mancato pagamento di Ici e IMU per alcuni terreni di loro proprietà. Subito è scoppiata la polemica e si è gridato all’errore, ma il comune smentisce che si tratti di “cartelle pazze”.
“Di pazzo non c’è proprio nulla”, dichiara il Sindaco Davide Gibelli, “Non mi piace fare l’esattore, ma si sta procedendo, attraverso un controllo, al recupero dell’evasione tributaria che comprende anche la parte relativa alle cosiddette aree fabbricabili”.
Un controllo che in più di dieci anni non è mai stato fatto, causando un danno notevole alle casse del comune. Dal 2000, quando è entrato in vigore il nuovo PUC (Piano Urbanistico Comunale) che ha ridisegnato il territorio dal punto di vista dello sviluppo urbanistico, alcune aree sono diventate edificabili e per questo soggette ad una diversa pressione fiscale. La maggioranza dei proprietari, però, ha continuato a pagare come se possedesse terreni agricoli. “Ma sono 15 anni che terreni agricoli non lo sono più”, afferma Gibelli, che aggiunge: “È da quando la mia amministrazione si è insediata, che si porta il peso di essere in anticipazione di tesoreria. Ci manca la liquidità di cassa e uno dei motivi, forse il più importante, è che nel corso degli ultimi anni sono state disattese le previsioni di entrata di Ici e IMU ed, in particolare quelle riguardanti le aree fabbricabili”.
A versare i tributi per il possesso di terreni edificabili è solo un quarto di chi dovrebbe. E così invece di incassare 350mila euro, come stimato dagli uffici, nelle casse comunali ne entrano appena 80mila.
Per cercare di rimediare ad un danno erariale che si protrae da ormai troppi anni, l’amministrazione ha affidato l’incarico ad un tecnico esterno: il geometra Luciano Romano.
A lui è stato dato il compito di calcolare le tasse dei proprietari terrieri secondo la normativa nazionale, valutando gli appezzamenti per il loro valore venale e non per la rendita catastale, come previsto per le aree agricole.
A stabilire il valore dei terreni non sono gli uffici comunali, ma l’Agenzia delle Entrate, che basandosi sui prezzi medi di mercato in regime di libera concorrenza ha stabilito un valore di 100 euro al metro quadrato per quanto concerne gli appezzamenti nella zona litoranea di Camporosso Mare. Stima effettuato nel 2010.
Chi oggi si lamenta degli arretrati che dovrà versare, insomma, dovrebbe invece ritenersi “fortunato” perché andrà a pagare solo le tasse relative agli ultimi cinque anni, mente i dieci precedenti non potranno essere recuperati dal comune: i termini di prescrizione sono, infatti, scaduti.
Inoltre i conteggi sono stati fatti in modo da “penalizzare” il meno possibile i proprietari: “Sono state introdotte una serie di riduzioni su quello che è il valore del bene in funzione delle condizioni urbanistiche e di attuabilità dell’intervento”, spiega il Sindaco, “Proprio per andare ad abbassare il prezzo calcolato”.
Pur non essendo un obbligo da parte dell’ente, infatti, i calcoli non si sono basati solo su quanto stabilito dal PUC, ma sono stati fatti tenendo conto del vincolo costituito dal piano di bacino. Per chi possiede terreni che rientrano in esso, le quote sono state abbattute del 50%.
Come stabilito dalla legge, inoltre, chi dimostra di essere imprenditore agricolo e di utilizzare i terreni per coltivazioni è esente dal versamento del tributo.
“L’errore può sempre capitare”, puntualizza il Sindaco, “E nel qual caso basta recarsi in Comune per chiedere chiarimenti. Ma fino ad ora di errori gravi non ne ho ancora visti. In ogni caso siamo a disposizione per qualsiasi osservazione: invito i cittadini a confrontarsi con l’ufficio tributi”.