Peschereccio sequestrato, ora anche per i francesi era in acque italiane. Il suo capitano: “stagione già rovinata a me e colleghi”
Alla base dell’errore ci sarebbe il famigerato Trattato di Cannes, sottoscritto il 21 marzo 2015 dal ministro degli Esteri Gentiloni. Sottoscritto ma mai ratificato dall’Italia, quindi non ancora in vigore
Sanremo. La buona notizia a Ciro Lobasso gliel’ha data ieri il Console italiano a Nizza, Serena Lippi: i francesi, tramite una nota ufficiosa del loro ministero competente, hanno ammesso di avere torto (sic).
Il peschereccio Mina, al momento dell’abbordaggio avvenuto mercoledì 13 gennaio scorso alle 16, si trovava in acque italiane. La Gendarmeria Marittima francese non avrebbe potuto quindi sequestrare la barca e trattenere l’equipaggio. Alla base dell’errore ci sarebbe il famigerato Trattato di Cannes, sottoscritto il 21 marzo 2015 dal ministro degli Esteri Gentiloni. Sottoscritto ma mai ratificato dall’Italia, quindi non ancora in vigore. Nel documento in questione si parla di confini e di cessioni. L’Italia dà alla Francia la zona marittima di confine e riceve in cambio acque vicine alla Corsica. Per ora la “cala del cimitero” – come viene chiamata dai pescatori la zona ricca di gamberi teatro dell’incidente di confine – rimane italiana.
“Comunque fino quando non ci sarà una dichiarazione ufficiale da parte delle autorità francesi io, come altri pescatori sanremesi li a pescare non ci torneremo:”spiega Ciro Lobasso. “Oramai la stagione di pesca è andata, sia per me che per i miei colleghi” continua Ciro.
“Attendiamo di ricevere una comunicazione ufficiale, ma se davvero fosse cosi’ – avverte il legale di Lobasso, l’avvocato Luca Ritzu – chiederemo un risarcimento”. Il peschereccio venne rilasciato a distanza di una settimana, dietro versamento di 8.300 euro di cauzione.