“Giornata della Memoria”: la testimonianza del partigiano Alfredo Schiavi ai tirocinanti del liceo “Amoretti”

27 gennaio 2016 | 16:19
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“Giornata della Memoria”: la testimonianza del partigiano Alfredo Schiavi ai tirocinanti del liceo “Amoretti”
“Giornata della Memoria”: la testimonianza del partigiano Alfredo Schiavi ai tirocinanti del liceo “Amoretti”
“Giornata della Memoria”: la testimonianza del partigiano Alfredo Schiavi ai tirocinanti del liceo “Amoretti”

“La guerra partigiana fu lotta per l’indipendenza ed insurrezione nazionale per la conquista della libertà, lotta militare e lotta sociale nello stesso tempo”

Sanremo. Istituito sedici anni fa, il Giorno della Memoria si celebra il 27 gennaio ;in questa data le Forze Alleate liberarono Auschwitz dai tedeschi. Al di là di quel cancello, oltre la scritta «Arbeit macht frei» (Il lavoro rende liberi), apparve l’inferno e si conobbe lo sterminio(Shoah) in tutta la sua realtà. Con il termine Shoah in lingua ebraica ci si riferisce ad una sciagura improvvisa, inaspettata; è un altro termine utilizzato per riferirsi all’Olocausto. Parlare di Shoah o di Olocausto significa parlare dello sterminio sistematico ad opera dei Nazisti di milioni di ebrei che avvenne in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, un genocidio che coinvolse circa 6 milioni di ebrei ma anche Rom, comunisti, Testimoni di Geova, popolazioni slave,omosessuali e che fece in totale 14 milioni di vittime.

Per eliminare tutti i soggetti considerati “indesiderabili” dai Nazisti, questi crearono dei campi di concentramento e di sterminio: nei primi i prigionieri venivano classificati in base alla loro capacità di lavorare; chi era troppo debole veniva eliminato nelle camere a gas camuffate da docce, mentre i più forti erano sottoposti ad un lavoro schiavistico. Questi ultimi, a causa delle terribili condizioni di vita e di lavoro a cui erano sottoposti, spesso non sopravvivevano. I campi di sterminio erano invece pensati esclusivamente per l’omicidio  delle persone. L’ Olocausto fu l’ultima tappa della politica antisemita promossa da Adolf Hitler.

Per l’approfondimento in merito e per portare alla luce come le persecuzioni razziali e l’olocausto colpirono l’Italia ne abbiamo parlato con il partigiano Alfredo Schiavi. Alfredo Schiavi oggi un “arzillo” novantenne  fu partigiano a Colico in Valtellina, originario di Pavia visse per i primi anni sotto l’ala protettrice della sua famiglia e dell’istituto dove studiò. All’età di 18 anni, finiti gli studi, intraprese un lavoro da tipografo-compositore che dovette abbandonare a causa della chiamata alle armi da parte dell’esercito della RSI. Condizionato dalle visioni politiche della famiglia non rispose alla leva obbligatoria, ma andò in montagna con la resistenza.

La guerra partigiana ha avuto in Italia un carattere diverso da quello che ebbero in altri paesi d’Europa. L’Italia non era soltanto un paese invaso dallo straniero, ma un paese oppresso dalla dittatura fascista. Come racconta Schiavi “la guerra partigiana fu lotta per l’indipendenza ed insurrezione nazionale per la conquista della libertà, lotta militare e lotta sociale nello stesso tempo”. Grazie al contributo partigiano gli alleati sbarcati in Italia riuscirono a liberare più velocemente la nostra penisola “dall’invasore”.

Durante l’intervista fatta dagli stagisti del Liceo Amoretti di Sanremo, Alfredo ha voluto approfittare della giornata della memoria per raccontare un’avventura della sua brigata. Durante un’imboscata ad un commando tedesco riuscirono a prendere in ostaggio un maggiore della Waffen ss. Dopo 40 giorni di prigionia il maggiore fu rilasciato in cambio di 48 compagni partigiani, di cui una buona parte di origine ebraica, salvati da una morte certa. Racconta anche come sei di loro diventarono suoi compagni nel settimo distaccamento. Anche la nostra Riviera ebbe una forte resistenza partigiana, per non parlare della presenza di un campo di concentramento nella zona di Vallecrosia nel quale però furono detenuti solo tre uomini, uno dei quali testimone ancora vivente di quei giorni cupi: Stefano Rossi partigiano di Sanremo.