All’Arena di Rai Uno tiene banco il caso del “vigile in mutande”, l’avvocato: “abbiamo le prove, non è un assenteista”
“Io davanti al giudice – ha detto Vellani – mi sono definito molto superficiale ma mi sono sentito non furbetto, anzi stupidotto”
Sanremo. All’Arena di Rai Uno ha tenuto banco il caso dei “furbetti del cartellino” e il popolare contenitore televisivo domenicale ha avuto modo di collegarsi in diretta da Genova, con la moglie di Alberto Muraglia, la quale ha respinto al mittente le accuse che hanno portato il marito, il cosiddetto “vigile in mutande” ad essere licenziato.
Adriana Silingardi la moglie di Muraglia a Giletti ha detto sul marito immortalato in mutande dalle telecamere della guardia di finanza: “La domenica si alza non è di servizio, si alza, timbra e si veste e va a rimuovere queste macchine. Quindi è stata questa cosa dell’immediatezza e dell’urgenza di dover rimuovere queste macchine.”
Alberto Zoboli legale di Muraglia ha evidenziato: “la collocazione dell’ufficio e dell’appartamento del Muraglia è al di sopra della piazza esterna del mercato comunale dove ci sono i banchi del mercato. Lui dalla finestra dalla mattina presto vedeva che c’erano delle macchine che ostacolavano gli ambulanti e quindi in un video si vede che è in mutande e parla al telefono, perchè telefona affinchè venga liberata la piazza.”
L’avvocato poi racconta un aneddoto importante su Muraglia in mutande: “anni fa e questo non è ancora uscito, che accortosi da casa sua mentre era di riposo stavano effettuando una rapina al mercato comunale ed è sceso in mutande con la pistola ed ha arrestato in mutande il ladro.”
Ancora la moglie Adriana: “lui per forza doveva scendere perchè se non c’è il vigile non si possono rimuovere le macchine.”
“Sul licenziamento – sottolinea l’avvocato Zoboli – si fa riferimento all’essere divenuto il simbolo di questa vicenda e questo è scritto nella lettera di licenziamento. D’altra parte con l’avvocato Moroni che segue il procedimento penale, abbiamo rinvenuto la documentazione e le prove che Muraglia non è un assenteista, non si può negare che da un punto di vista formale abbia violato alcune regole ma non è un assenteista.”
Giletti nel corso della trasmissione ha fatto vedere l’immagine di una donna che timbra il cartellino al posto di Muraglia: “E’ evidente che il fatto della timbratura svolta dalla moglie e dalla figlia – dice l’avvocato – non sia corretto ma si tratta di timbrature avvenute in giornate e in occasioni nelle quali Muraglia era sul lavoro. Il problema è quello di aver delegato la timbratura, non la prestazione.”
“Perchè andava lei?” ha chiesto il conduttore Giletti alla moglie del vigile: “mio marito lavora dalle 6 alle 12, dovrebbe essere il suo orario di servizio, spesso alle 12 lui è ancora in ufficio e dopo mezzogiorno andavo a chiamarlo dicendogli che il pranzo era pronto, ed io andavo a timbrare perchè lui continuava a lavorare, pur non essendo autorizzato lo straordinario.”
Le telecamere dell’Arena sono andate ad intervistare altri protagonisti di questa vicenda, come Alessandro Vellani che invece di essere in ufficio era in mare a bordo della sua canoa. “Ci sarà tempo e luogo per ogni cosa, credo fermamente nella magistratura. Io davanti al giudice – ha detto Vellani – mi sono definito molto superficiale ma mi sono sentito non furbetto, anzi stupidotto. Non mi ritengo furbetto, non è una furberia, io ho soltanto omesso la timbratura e me ne assumo tutte le responsabilità.”
Infine per le vie della città dei fiori l’inviata de L’Arena ha avvicinato un altro ex dipendente comunale, ora licenziato che comprensibilmente non ha voluto dire nulla davanti alle telecamere se non dire che “ho subito un torto dalla giustizia, ho sempre fatto il mio dovere da più di 30 anni.”