Bordighera, una folla commossa per l’ultimo saluto a Gabriele Marangon

25 gennaio 2016 | 16:42
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Bordighera, una folla commossa per l’ultimo saluto a Gabriele Marangon
Bordighera, una folla commossa per l’ultimo saluto a Gabriele Marangon
Bordighera, una folla commossa per l’ultimo saluto a Gabriele Marangon

Nel cielo si è librata una colomba bianca, tra l’applauso commosso degli amici

Bordighera. Una colomba bianca che vola nel cielo terso di gennaio: il gesto scelto dagli amici per dire “ciao” a Gabriele Marangon.

Lo chef di 52 anni, morto in seguito ad una grave malattia, è stato salutato da una folla commossa di oltre trecento persone. Amici e conoscenti si sono stretti come in un abbraccio intorno a quella bara di legno chiaro dove ora riposano le spoglie di Gabriele. Mentre il suo spirito è libero e “ora vola nella luce”, come ha detto un’amica di Gabriele Marangon, liberando una colomba bianca che teneva tra le mani.

Una chiesa particolarmente gremita “è la testimonianza di quanto amore abbia lasciato durante il suo viaggio terreno Gabriele”- come ha dichiarato il parroco Don Angelo Di Lorenzo durante l’omelia.

Accolto dai canti del coro di Santa Maria Maddalena, di cui per qualche anno aveva fatto anche parte, e da una chiesa decorata da composizioni di rose e orchidee bianche, il feretro di Gabriele verrà ora portato a Nizza, dove sarà cremato.

Al termine di una predica incentrata sulla Misericordia e l’Amore di Dio, Don Angelo ha detto: “Diventa importante per noi, amici e conoscenti, andare a cercare quelli che sono stati i valori che hanno caratterizzato la sua vita (di Gabriele Marangon), e questi valori sono autentici e reali nella misura in cui rimangono presenti in maniera viva e non come ricordo in chi lo ha frequentato. La numerosa presenza di persone qui testimonia che era una persona che sapeva farsi voler bene e questo può avvenire soltanto se la dimensione dell’amore è veramente presente nella propria vita”.

“Donare con il sorriso”: questa era l’essenza di Gabriele, che gli amici hanno salutato con un “ciao”, con la musica tibetana che tanto amava e con il volo di una colomba bianca.