La rotonda dei “reperti” e degli “scontri” e le perplessità del ristoratore Romolo Giordano

8 gennaio 2016 | 08:21
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La rotonda dei “reperti” e degli “scontri” e le perplessità del ristoratore Romolo Giordano
La rotonda dei “reperti” e degli “scontri” e le perplessità del ristoratore Romolo Giordano
La rotonda dei “reperti” e degli “scontri” e le perplessità del ristoratore Romolo Giordano

“Non possono che sorgermi dubbi e crescere perplessità sull’ampiezza e sui tempi di durata dell’intero lavoro”

Bordighera. “Dopo aver letto l’articolo ed essendo uno dei “soggetti passivi “ interessati, non possono che sorgermi dubbi e crescere perplessità sull’ampiezza e sui tempi di durata dell’intero lavoro”. Ad esprimere la sua opinione e le sue preoccupazioni, è Romolo Giordano, gestore del ristorante Romolo Mare (da tutti conosciuto come “Amarea” o “Da Romolo”), sito sotto la rotonda di Sant’Ampelio.

“Non mi sono mai interessato di scavi archeologici”, aggiunge il noto ristoratore, “Ma credo che anche ad un profano come me balzi agli occhi il contrasto stridente tra quanto affermato dalla Soprintendenza nel 1991 e quanto invece dichiarato ora”.

L’alta probabilità di trovare dei reperti archeologici aveva indotto, nel 1991, il Ministero dei Beni Culturali a porre una clausola al progetto di realizzare garage interrati. Lo stesso ministero che, oggi, dichiara l’esatto contrario. “In questi 25 anni l’area non è stata toccata da nessun tipo di intervento per cui quello che era fortemente probabile allora dovrebbe esserlo anche oggi nella stessa misura”, commenta Giordano, “Tra l’altro, i ritrovamenti di sepolture durante i lavori della Chiesetta, l’anno scorso, lasciano pochi dubbi sulla presenza di reperti archeologici sul Capo”.

Il fondatore del Descu Rundo cita anche Lamboglia, il professore che negli anni Sessanta fece importanti scoperte nell’area: “Ogni sorpresa al riguardo è ancora possibile, se si esplorassero le adiacenze del monastero”.

“Mi auguro che l’ottimismo odierno della Soprintendenza sia fondato”, continua il ristoratore, “Perché in caso contrario tutte le attività della zona, compresa la mia, subirebbero un danno enorme dal dilatarsi delle operazioni di cantiere, a causa dei ritrovamenti. Dato che nel 1991 tale situazione era già stata posta sotto attenzione, è ovvio che, chi oggi ritenga di dover abbassare la guardia sulle procedure di verifica, poi potrebbe essere chiamato a risponderne dai soggetti danneggiati. Non capisco perché correre il rischio”.

“Ho letto da più parti che i tempi previsti per la realizzazione della nuova rotonda sono di 240 giorni e come ha affermato da qualcuno saranno 240 giorni di sacrifici per un bene comune, lo saranno soprattutto per gli operatori commerciali della zona e il tutto creerà notevoli disagi a residenti, visitatori e turisti”, prosegue Romolo Giordano, “Il lasso di tempo dei 240 giorni, se può essere considerato breve (troppo?) per portare a termine i lavori è invece lunghissimo per chi gestisce un’attività commerciale che, se anche potrà continuare in una struttura precaria piazzata sulla spiaggia, non potrà evidentemente sviluppare le stesse potenzialità”.

Insomma i lavori preoccupano (e non poco) il ristoratore, soprattutto perché il rischio di dover lasciare a casa qualcuno dei dipendenti è alto: “Mi chiedo: potrò continuare a garantire il lavoro a tutti i miei dipendenti ? E se per caso ritrovamenti archeologici definiti poco possibili si verificassero? Credo che nessuno possa sapere di quanto verrebbero procrastinati i lavori con tutte le conseguenze che una situazione del genere comporterebbe e che potrebbe avere effetti devastanti sull’area”.

Un’altra perplessità riguarda la scelta di iniziare i lavori nel mese di maggio: “Mi lascia molto perplesso e come me lascia perplessi gli altri operatori turistici e il 99,99% dei turisti o proprietari di seconde case con i quali ho avuto modo di confrontarmi durante queste vacanze natalizie e che avevano letto notizie in proposito”, dichiara Romolo Giordano, “Unanime il giudicare senza senso l’apertura di un cantiere in una zona clou di una località turistica nella stagione di maggiore afflusso: un ripensamento in questo senso sarebbe auspicabile”.