Ventimiglia, piazza Cesare Battisti blindata per la preghiera interreligiosa
Un centinaio di persone ha ascoltato in silenzio il messaggio di tre capi religiosi che hanno pregato per l’ambiente, per la pace e per i migranti
Ventimiglia. Si è svolta in un clima di pace e fratellanza, sotto lo sguardo vigile di polizia e carabinieri, la preghiera interreligiosa che ha visto riunirsi, in piazza Cesare Battisti, i fedeli di tre diverse religioni: cattolica, ortodossa e mussulmana.
“Esprimiamo gratitudine e ringraziamento per l’invito che ci è stato fatto”, ha dichiarato Taki Hassan del centro islamico di Ventimiglia, “La nostra presenza qui è la testimonianza che siamo favorevoli e disponibili a tutti i dialoghi inter-religiosi in questo momento così delicato e difficile. L’Islam è pace. L’Islam è convivenza e lo è sempre stato. In passato, dove c’era l’Islam convivevano pacificamente anche ebrei e cattolici. Noi possiamo magiare il vostro cibo e possiamo sposare donne cristiane o ebree”.
Anche il Vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo Antonio Suetta ha pronunciato parole di pace e fratellanza tra i popoli: “Nella coincidenza dell’inizio della novena del Natale, siamo qui per un incontro con i fratelli mussulmani per ricordare tutte le vittime del mare e delle traversate di questi viaggi della speranza che vengono fatti per approdare ad un paese più sicuro, in una situazione di pace”. “Siamo qui soprattutto per pregare per i fratelli defunti in mare”, ha aggiunto il Vescovo, “E per porre la sensibilità e l’attenzione verso il problema delle migrazioni”.
Un centinaio di persone ha ascoltato in silenzio il messaggio del Vescovo Suetta: “In questo tempo di Avvento, di attesa del Dio della Pace, il pianeta sembra scivolare sempre più nella spirale del terrorismo, della violenza, dello scontro. Lo squilibrio nord-sud, la necessità di un commercio più equo e di un rilancio della cooperazione e degli aiuti allo sviluppo sono finiti in secondo piano, sotto l’assedio dell’emergenza terrorismo, alimentata da strategie senza scrupoli, che non esitano a strumentalizzare religione e sede di riscatto del sud del mondo”.
“Ringrazio i fratelli cristiani e mussulmani che hanno accettato di condividere con noi questo momento di preghiera, uniti dal Dio della misericordia, per riaffermare con forza che possiamo essere credibili nel condannare il terrorismo solo se sappiamo farci carico del disagio che lo alimenta”, ha aggiunto, “Solo se siamo capaci di lavorare per costruire una cultura di pace nel quotidiano, dare voce al dialogo perché trovi spazio in tutte le situazioni di conflitto, favorire i processi di giustizia sociale per ridare dignità e diritti a quanti sono ai margini”.
Per dimostrare che mussulmani e cristiani hanno “più cose che ci uniscono di cose che ci dividono”, l’Imam Mohamed Babi (Centro Culturale Fratellanza di Ventimiglia) ha letto la Sura a Maria, contenuta nel Corano, che racconta l’immacolata concezione della Vergine Maria. Esattamente come è narrata anche nella Bibbia.
“Cari fratelli di Adamo”, ha dichiarato l’Imam, “Dio ha rivelato di sé 99 nomi, due dei quali sono Assalame (Pace) e Aladl (il Giusto), ogni musulmano quindi deve essere portatore di pace e di giustizia”.
A prendere la parola è stato poi Padre Claudiu Mihai (Chiesa Ortodossa Rumena) che ha recitato il Salmo 120.
Dopo di lui, Abu Bakr Moretta (Comunità Religiosa Islamica Italiana) ha recitato un versetto del Sacro Corano nel quale Dio si rivela per mezzo del profeta Maometto.