Nuovo brand? |
Cronaca
/
Ventimiglia
/

Ventimiglia, ambulanti sul piede di guerra: “Multano solo chi lavora”

4 dicembre 2015 | 12:50
Share0
Ventimiglia, ambulanti sul piede di guerra: “Multano solo chi lavora”

Commenti a parte sul nuovo marchio lanciato dalla Giunta Ioculano, la rabbia degli ambulanti si scaglia contro la serie di sanzioni comminate

Ventimiglia. Non si respira un clima di festa al tradizionale mercato del venerdì. Anzi. Tra le bancarelle il malumore regna sovrano.
La notizia che presto il mercato si trasformerà in un “brand”, un marchio da esportare anche all’estero, gli ambulanti l’hanno appresa da giornali, tra ieri e oggi, e sono davvero in pochi a reputarla un’iniziativa sensata.

“Per anni, quando il mercato funzionava, lo hanno bastonato”, dice un commerciante di accessori d’abbigliamento, “Ora che non ci viene più nessuno vogliono farlo rinascere”. Chi è sulla piazza da tanti anni non nutre più alcuna speranza: “Non sarà una striscia di tessuto davanti alle bancarelle a fare la differenza”.

Le cause della perdita di appeal del mercato sono molteplici: “Scarsa qualità della merce proposta da molti, introduzione della moneta unica, presenza di supermercati che uccidono i piccoli commercianti, mancanza di parcheggi”, dicono, “Quando c’erano il franco e la lira i francesi erano incentivati a comprare. Ora non più”.

“Il telo può essere anche una buona idea”, dice un altro esercente da dietro al suo banco di pelletteria italiana, “Però non mi sta bene rientrare nello stesso settore merceologico di chi vende oggetti che non sono di qualità: borse di plastica e borse di pelle saranno identificate da un telo dello stesso colore? Questo non è corretto né nei confronti di chi vende né in quello dei clienti”.

“Dicono che chi rovina il porto sono sempre i marinai”, dichiara una coppia che il mercato lo fa da più di cinquant’anni, “Chi ha rovinato il mercato sono stati gli stessi ambulanti. Ora la situazione è un disastro: alla fine dell’anno, tolte le spese, non so cosa rimanga in tasca a noi”.

Questo è uno dei mercati più cari in tutta Italia“, lamenta un giovane commerciante, “Invece di pensare a fare magliette e cappellini dovrebbero abbassare i costi. Invece per 7 metri quadrati di banco paghiamo più di 3mila euro all’anno. E poi una volta c’erano banchi più belli, con prodotti di qualità. Oggi c’è tanta porcheria e i francesi non vengono più. In parte sarà per la crisi, in parte per la paura di muoversi per quanto successo a Parigi ma, secondo me, è soprattutto perché la stessa robaccia ormai ce l’hanno anche da loro”.

Non tutti, comunque, sono d’accordo sul vestire il loro banco con la stessa “gonna”: “Non mi interessa per niente”, dice un ambulante straniero che vende intimo, “Io cambio il mio striscione in base al marchio che vendo e che l’azienda da cui compro mi fa avere: non lo cambierò per averne uno uguale agli altri”.

“Noi da anni abbiamo lo stesso telo”, dicono commercianti italiani di abbigliamento, “Indica la marca dei prodotti che vendiamo e ci distingue dagli altri, attirando i clienti: perché mai dovremmo cambiarlo?”.

“Dovrebbero concentrare le loro forze”, commenta un’ambulante riferendosi agli assessori comunali, “Per cercare di riportare qui i clienti francesi. Creare navette, parcheggi, eventi: qualcosa che sia davvero utile. Va bene avere dei teli colorati, (anche se resta il problema di molti che non potranno metterli, visto che hanno solo appendiabiti e non banchi veri e propri), ma qualcosa di davvero utile per chi lavora dovrebbero farlo”.

Commenti a parte sul nuovo marchio lanciato dalla Giunta Ioculano, la rabbia degli ambulanti si scaglia contro la serie di controlli effettuati oggi. Controlli che hanno portato a multare chi, sul mercato, ci va ogni venerdì per lavorare: “Da anni lamentiamo il fatto che non ci sia un’area destinata al parcheggio dei nostri furgoni”, dice un gruppo di ambulanti, “E oggi ci siamo ritrovati una serie di multe per aver parcheggiato in via Giacomo Matteotti. Va bene, siamo nel torto perché lì il parcheggio è riservato alle auto. Ma da anni lasciamo lì i nostri mezzi ed è sempre andato bene così: nessuno ci ha mai detto nulla. Oggi si sono svegliati e ci hanno multati tutti! Almeno avrebbero potuto avvisarci venerdì scorso. Così è da infami”.

Il disappunto dei commercianti non è tanto relativo alla sanzione: “Sappiamo di aver sbagliato”, dicono, “Ma non abbiamo alternative perché un parcheggio per noi non c’è”.

“Perché non possiamo usare l’area di via Chiappori, quella che ospitava la tensostruttura?” si domandano, “Almeno tutti i furgoni sarebbero ordinatamente posteggiati lì dentro”.

“E poi ci chiedono cose assurde”, continua un esercente, “Abbiamo banchi di 2 metri per 4 e vogliono ombrelloni di questa grandezza perché devono essere a filo con il banco. Benissimo. Peccato che ombrelloni di questa grandezza non esistano in commercio. Allora che si fa?”.

Per quanto concerne il lancio del nuovo brand “Mercato del Venerdì”, gli ambulanti esasperati dichiarano: “No comment” e poi scherzando, “E agli abusivi di che colore lo danno lo striscione? Oro?”.