Unitre Sanremo, Piero Farina apprezzato docente nella Sala degli Specchi

6 dicembre 2015 | 17:42
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Unitre Sanremo, Piero Farina apprezzato docente nella Sala degli Specchi
Unitre Sanremo, Piero Farina apprezzato docente nella Sala degli Specchi
Unitre Sanremo, Piero Farina apprezzato docente nella Sala degli Specchi

Pomeriggio “cinematografico” a Palazzo Bellevue con l’apprezzato regista RAI

Sanremo. Venerdì 20 novembre 2015, nella Sala degli Specchi di Palazzo Bellevue, Unitre Sanremo ha vissuto un altro pomeriggio “cinematografico” guidata dall’autore di tre filmati di media lunghezza, l’apprezzato sanremese Piero Farina, che ha vissuto a Roma un lungo periodo costruendosi una prestigiosa carriera come regista RAI.

Cessata l’attività lavorativa, egli riesce a donare ad Unitre Sanremo preziosi contributi di qualche anno fa, ma che s’inseriscono bene anche nella realtà d’oggi, anzi fanno capire meglio la genesi dei problemi attuali e forse mostrano anche qualche soluzione.

Il taglio dei filmati è quello del giornalismo d’inchiesta, con un Piero Farina giovane giornalista che intervista i suoi protagonisti con curiosità e simpatia, un esempio forse non abbastanza seguito al giorno d’oggi.

Il primo filmato dal titolo “Nuovi Italiani”, narra di una famiglia egiziana perfettamente integrata nella città di Roma, in cui la componente femminile (madre e figlia) è perfettamente emancipata nel modo di vivere “occidentale” (guida dell’auto, consumi , letture ecc.) mentre quella maschile ( marito e due figli) è un po’ più conservatrice.

Tutti sono certamente musulmani ed il più fervente è proprio il capofamiglia che con la sua professione di cuoco ha saputo farsi apprezzare a Roma ed ha lavorato nei migliori ristoranti.

Con il successo nel suo lavoro è riuscito anche a comprarsi una bella casa grande per viverci con tutta la famiglia, ma egli si commuove nel pensare che la vera bella casa che lo aspetta non sta né a Roma né in Egitto ma lassù al cospetto del suo Dio.

Per il giornalismo si dice che è notizia l’uomo che morde il cane e non il contrario. Un’inchiesta obiettiva potrebbe però mostrare che per milioni di musulmani la religione è compatibile e forse anche può contribuire alla pace ed all’integrazione.

Altra storia è quella dei nomadi, infatti nel filmato successivo risalente agli anni ottanta dal titolo appunto “Nomadi a Roma“, si mostrano tutte le contraddizioni di questo popolo senza terra dalle origini antichissime.

Le loro tradizioni sono nobili ma l’integrazione è sempre stata difficile sia nelle società agricole che in quelle industriali che in quella odierna post-industriale.

Eppure essi si tramandano struggenti poesie e musiche travolgenti e l’orgoglio per la propria cultura è fortissimo.
Molti sono stati sterminati dalla Germania nazista, considerati subumani al pari dei malati di mente.
Gravano su di loro pregiudizi generalizzati di propensione al furto, alla questua, di sporcizia e di degrado morale.
Certo la loro emarginazione ha favorito tutto ciò compreso lo spaccio di droga cui sono arrivati anche loro.

Qualche esempio d’integrazione c’è e passa in genere per la scolarizzazione dei figli, il lavoro magari nel settore dei giostrai e la casa popolare.

Loro si chiamano “figli del vento” ed hanno difficoltà a fermarsi in un luogo, ma il mondo moderno non consente più quel tipo di vita, la popolazione mondiale è enormemente aumentata ed anche la loro cultura non potrà che evolversi verso stili di vita più compatibili e non “nemici” della modernità.

Se riflettiamo, siamo stati tutti nomadi un tempo, una vita libera, bella fino a quando consente appunto di vivere.

Il terzo filmato riguarda direttamente noi italiani ed il patrimonio di bellezza che i nostri artisti hanno saputo produrre nei secoli.

Come spesso succede questo patrimonio che si dà per scontato viene posto all’attenzione in particolare quando si rischia di perderlo.

Con l’attentato dinamitardo di Via dei Georgofili a Firenze del 1983, oltre alla perdita di cinque vite umane, la tremenda esplosione danneggiò ben il 25% delle opere d’arte custodite nella Galleria degli Uffizi e del Corridoio Vasariano.

I capolavori protetti da vetri antiproiettile rimasero indenni, altre opere poterono essere faticosamente recuperate ed alcune andarono purtroppo perdute.

Oltre alle numerose testimonianze dirette della violenza dell’evento, è stato molto interessante ascoltare le descrizioni delle opere, che trasmettono ancora oggi bellezza e cultura, dalla voce di dirigenti delle strutture museali e soprattutto di Federico Zeri notissimo critico d’arte.

E’ possibile consultare facilmente il programma delle prossime lezioni e dei corsi tematici nel sito www.unitresanremo.it