Spionaggio industriale informatico, diversi casi anche in Liguria

Questo tipo di reato è particolarmente complesso da analizzare e richiede un’approfondita analisi dei supporti digitali in uso ai criminali informatici, ma anche alle aziende coinvolte
Quando si pensa ad un dipendente infedele nell’immaginario comune si materializza la figura di chi furtivamente sottrae del materiale dal magazzino. Esiste però un furto più subdolo e difficile da individuare. Con cui, mediante l’accesso abusivo ai sistemi informatici viene derubato il know how industriale, che spesso rappresenta il vero patrimonio tecnologico, fonte principale del successo commerciale di un’impresa.
Particolarmente attenta a questi fenomeni è l’azione di contrasto della Polizia Postale e delle Comunicazioni, con il Contro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche, a tali nuove forme di aggressione alle risorse innovative e tecnologiche del Paese.
“Anche in Liguria si sono verificati questi tipi di reati che hanno coinvolto importanti realtà pubbliche e private – spiega Giorgio Bacilieri, dirigente del Compartimento di Polizia Postale a Genova – in alcuni casi i dipendenti infedeli, dopo aver sottratto l’intero patrimonio digitale della realtà per cui lavoravano, hanno costituito una società in concorrenza con la precedente, in altri casi passavano parti di codice informatico a società rivali”.
Questo tipo di reato è particolarmente complesso da analizzare e richiede un’approfondita analisi dei supporti digitali in uso ai criminali informatici, ma anche alle aziende coinvolte.
Dal punto di vista preventivo, ogni struttura dovrebbe realizzare puntuali politiche di accesso alle proprie informazioni e puntuali verifiche su chi a usufruito di esse.