Sanremo, spunta il crocifisso in farmacia e sul web è un tripudio di consensi

2 dicembre 2015 | 17:18
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Sanremo, spunta il crocifisso in farmacia e sul web è un tripudio di consensi
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Sanremo, spunta il crocifisso in farmacia e sul web è un tripudio di consensi
Sanremo, spunta il crocifisso in farmacia e sul web è un tripudio di consensi
Sanremo, spunta il crocifisso in farmacia e sul web è un tripudio di consensi

Sono più gli italiani che in virtù di uno strano senso di ‘politically correct” storcono il naso per la croce che i musulmani in genere”: dice il fratello di Daniela, Roberto co-titolare della farmacia.

Sanremo. Spunta il crocifisso e dal web arriva un tripudio di consensi. Accade alla farmacia Salus di via Roma, dove la dottoressa Daniela Gervasone ha esposto il simbolo sacro della religione cristiana (e delle sue confessioni) nella parte esposta al pubblico dell’attività. Prima era nel retro.

Poi, la donna, ha postato su Facebook, nella pagina della farmacia, la foto del crocifisso esposto con questo commento: “Da oggi nella nostra farmacia il crocefisso non è più in privato ma nella parte del pubblico. Spero che altri negozi facciano altrettanto”. Ed è stato subito un trionfo di click, concretizzatisi, ad oggi pomeriggio, a più di 600 “mi piace”, quasi 300 condivisioni e qualcosa come 30.000 visualizzazioni.

“L’ho fatto perché a furia di sentire queste storie di presidi e altre persone che lo tolgono (il crocifisso ndr) io ho deciso di metterlo – spiega la dottoressa – perché è un simbolo importante del nostro credo e perché quindi tenerlo nascosto”. La stessa Gervasone – stupita per il clamore che l’iniziativa ha riscosso sulla rete – ammette tranquillamente che non si tratta di prevaricazione nei confronti delle altre religioni o di razzismo anzi: “mia figlia esce con un ragazzo musulmano con il quale andiamo più che d’accordo” dice Daniela e aggiunge: “molti nostri clienti sono musulmani e non sono per nulla disturbati dalla croce, anzi”.

Adesso nella vetrina della farmacia verrà addobbato anche un presepe. Una cosa che fino a qualche anno fa era normale, ma che oggi, nell’epoca dei presunti (e a volte imposti dall’alto) conflitti di religione e fanatismi vari, appare come una presa di posizione. Ma che presa di posizione più di tanto non è. E’ solo voler preservare le proprie tradizioni, la propria fede e un simbolo – in questo caso – che da molto tempo rappresenta (anche per laici e “pagani”) pace, amore, fratellanza e condivisione, mai odio ed esclusione.

“Sono più gli italiani che in virtù di uno strano senso di ‘politically correct” storcono il naso per la croce che i musulmani in genere”: dice il fratello di Daniela, Roberto co-titolare della farmacia. E questo la dice lunga sulla buona fede di compie scelte discutibili come quella di “mascherare” il Natale o togliere crocifissi dagli edifici pubblici.