Da Israele a Bordighera per parlare di punteruolo rosso

1 dicembre 2015 | 21:07
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Da Israele a Bordighera per parlare di punteruolo rosso
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Da Israele a Bordighera per parlare di punteruolo rosso
Da Israele a Bordighera per parlare di punteruolo rosso
Da Israele a Bordighera per parlare di punteruolo rosso

La Biblioteca Civica ha ospitato la conferenza “Strategie di lotta al Punteruolo rosso in Israele e Nord Africa” tenuta da Victoria Soroker

Bordighera. La Biblioteca Civica Internazionale ha ospitato la conferenza “Strategie di lotta al Punteruolo rosso in Israele e Nord Africa” tenuta dall’entomologa Victoria Soroker.

Organizzato da “A compagnia d’a Parmura”, associazione che da anni si occupa di mantenere viva la tradizione del parmurelu, il tipico intreccio delle palme, l’incontro con l’esperta israeliana, che da quindici anni studia il coleottero, ha visto la partecipazione di un numero pubblico, tra cui il vice Sindaco Massimiliano Bassi, rimasto per alcuni minuti, e il Consigliere di opposizione Luca De Vincenzi.

Purtroppo il titolo della conferenza è stato, in quale modo, fuorviante: non si è parlato delle strategie di lotta attuate in Nord Africa, ma ci si è concentrati su altri aspetti, lasciando solo gli ultimi minuti per illustrare ciò che è stato fatto in Israele.
Prima di lasciare la parola alla Soroker, Robert Castellana, del giardino sperimentale phoenix presente sul beodo, ha tratteggiato il quadro della situazione attuale a Bordighera, facendo anche una piccola cronistoria di quella che è stata l’infestazione del punteruolo rosso.
Dalla prima pianta colpita nel 2007, all’interno del parco Winter, fino alla crescita esponenziale e quasi incontrollabile che si registra oggi.

“L’uomo è responsabile della diffusione del punteruolo, così come lo è per la diffusione di altri parassiti”, ha esordito Victoria Soroker, “Non possiamo abbandonare la lotta, questa non è una delle opzioni”.
Oltre a costituire un pericolo per l’economia e una perdita immensa dal punto di vista ambientale e paesaggistico, l’infestazione può essere pericolosa per l’incolumità pubblica, perché le palme possono cadere all’improvviso. Come è successo, recentemente, a Catania.

“Non possiamo dire che delle palme non ci importa nulla”, ha continuato l’esperta, “Perché si tratta dell’albero sacro per l’Islam, così come lo sono i suoi frutti: i datteri”.
La Soroker ha poi elencato quelle che sono le linee guida della strategia di lotta al punteruolo da lei individuate: informare la popolazione, compiere un’azione preventiva, iniziare un approccio basato sulla scienza che tenga in considerazione diversi aspetti (ambientale, sociale, economico, culturale), fare un’analisi economica dei costi, lavorare sulla legislazione internazionale in modo da poter applicare gli stessi metodi di lotta in diversi stati, aggiornare continuamente la strategia di lotta.
Bisogna intraprendere un’azione comune, tutti insieme. Bisogna che ciascuno sia convinto della correttezza di questa lotta”, ha dichiarato la studiosa.

“Bisogna fare un’analisi economica confrontando quanto bisogna investire nella lotta con quello che costerebbe non fare nulla”, ha spiegato, “Perché non facendo niente i costi aumentano. Costa tagliare le palme, costa pagare i danni qualora la pianta cadesse”.

“Le palme sono un’attrazione turistica. Se ad essere pericolante fosse un castello medievale, allora lo si rimetterebbe a posto. Bisogna fare la stessa cosa con le piante”.
Secondo la Soroker non esistono soluzioni che possano eradicare, del tutto, il punteruolo rosso. “L’unica cosa possibile è controllare la situazione, limitare la diffusione del parassita”.

I metodi per lottare contro il coleottero sono, in sostanza, “eliminare le palme morte o che stanno morendo nel modo più sicuro possibile dal punto di vista ambientale: le palme che presentano tagli, anche se per noi sono morte, attirano il punteruolo. Quindi lasciare i cadaveri è pericoloso”.
Ma una volta tagliate, resta il problema di dove mettere i tronchi. Uno studente di Victoria Soroker ha suggerito di mettere i tronchi nell’acqua di mare, in modo che il sale li sterilizzi.
“Bisogna sviluppare nuovi trattamenti specifici”, ha aggiunto l’entomologa, “Ma non aspettare di avere il trattamento perfetto: nel frattempo rischiamo di non avere più palme”.
“Non credo che sarà una molecola specifica o un trattamento particolare ad eliminare il problema”, ha detto sempre la Soroker.

Il punteruolo rosso è molto abile: in volo può coprire una distanza di 30 km. Vive a lungo e basta anche solo che una femmina deponga le sue uova su una palma per dare vita ad una nuova generazione di coleotteri: queste le informazioni basilari per comprendere quanto sia grave la presenza del parassita. “Una palma morta potrebbe ospitare individui sufficienti per infestare centinaia di palme”.

In Israele il problema si è presentato, per la prima volta, nel 1999. Fortunatamente il punteruolo attaccava le palme solo nella parte più bassa del tronco. Mettendo un’intera area in quarantena e collaborando con la Giordania e i contadini, in qualche anno si è riusciti ad annientarlo.
Per farlo non è stata usata nessuna cura speciale, ma sono state sistemate migliaia di trappole realizzate con pezzi di tronchi, prodotti chimici e acqua.
Nel marzo del 2009, però, il problema si è ripresentato: centinaia le piante infestate. Ancora oggi, con la speranza di sconfiggere il coleottero, vengono posizionate tantissime trappole.
Nel frattempo sulle canariensis vengono utilizzati prodotti formati dalla combinazione di piretroidi e neonicotinoidi, spruzzati sulle chiome della pianta.
Mentre sulle palme da datteri è stato sperimentato un trattamento di irrigazione che ha però dimostrato che i prodotti utilizzati per uccidere le larve non riescono a risalire lungo il tronco, rivelandosi purtroppo inefficaci.