Botti di Capodanno, le imprese pirotecniche contro le ordinanze dei sindaci: “Un nuovo proibizionismo”

29 dicembre 2015 | 20:31
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Botti di Capodanno, le imprese pirotecniche contro le ordinanze dei sindaci: “Un nuovo proibizionismo”

“Misure drastiche che alimentano l’illegalità: campagna discriminatoria contro la pirotecnia” dice l’associazione che rappresenta il settore

Imperia. In vista di Capodanno nel savonese e in Liguria fioccano le ordinanze da parte dei sindaci contro i botti e fuochi d’artificio. “Una vera e propria campagna discriminatoria contro la pirotecnia che rischia di avere pesanti ripercussioni economiche su produttori e venditori”.

“Si sta contribuendo a fomentare la paura per gli articoli pirotecnici e convincere le amministrazioni comunali ad adottare misure drastiche e illegittime, riportando di fatto il proibizionismo ai giorni nostri” sottolinea l’ANISP, l’associazione nazionale imprese e spettacoli pirotecnici.

“Paura e scarsa conoscenza sono ingredienti micidiali, e la storia ha dimostrato che questi rappresentano una miscela esplosiva ben più pericolosa degli articoli pirotecnici” dichiara ilpresidente di ANISP Giuseppe Parente.

“Quando dilagano informazioni poco chiare e atteggiamenti al limite delFar West, il risultato non può essere che devastante: si influenza l’opinione pubblica in maniera tendenziosa, e cosa ben più grave si ostacola il libero mercato di prodotti già regolamentati da leggi comunitarie e nazionali, che evidentemente non si tenta nemmeno di applicare”.

La posizione dell’associazione, che da anni promuove la conoscenza e il corretto utilizzo degli articoli pirotecnici collaborando anche con la scuola pubblica, è chiara e inamovibile: “Se esiste uno stop da imporre nel mese di dicembre è quello sulle ordinanze selvagge che vietano in maniera acritica l’utilizzo dei fuochi artificiali”.

Per contrastare il dilagare di queste azioni proibizionistiche, l’ANISP ha dato incarico all’avvocato Mariani dello studio legale Fiorentini (Roma) di richiedere un intervento urgente a tutti i Prefetti d’Italiaaffinché al fenomeno sia posto un freno decisivo.

La richiesta di intervento ai Prefetti d’Italia rappresenta il primo passo dell’ANISP verso una sensibilizzazione contro il fenomeno proibizionista in atto. L’associazione si dichiara inoltre decisa a perseguire in ogni sede il diritto alla commercializzazione e all’uso di tutti i prodotti pirotecnici destinati ai consumatori all’interno del territorio comunitario e nazionale.

“E’ necessario fare una chiara distinzione tra botti e fuochi d’artificio, i primi spesso illegali e pericolosi, i secondi assolutamente legali e certificati, sottoposti a rigidi controlli” dice Fabrizio Valente, rappresentante commerciale del settore pirotecnico.

“C’è una legge che parla chiaro sulle modalità di utilizzo dei botti legali e dei fuochi d’artificio, basta rispettare quella, mentre i sindaci hanno lanciato una serie di ordinanze ingiustificate e restrittive che penalizzano fortemente la nostra categoria” aggiunge.

“Tra l’altro come associazione stiamo combattendo con ogni mezzo l’illegalità diffusa nel nostro settore e certamente questo moltiplicarsi di ordinanze e restrizioni non aiutano. E poi non è possibile arrivare ad ordinanze nel mese di dicembre, proprio a ridosso di Capodanno: noi siamo disponibili al dialogo, ma serve un tavolo di confronto nei primi mesi dell’anno, in questo modo invece abbiamo le mani legate…”.

La battaglia di sindaci, animalisti e altre associazioni contro i botti di Capodanno rappresenta un bel danno per le aziende produttrici e per i venditori: “Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un calo delle vendite, ma quest’anno la situazione è senz’altro peggiorata e valuteremo ai primi dell’anno le perdite” conclude Valente. E non si esclude che le ditte possano richiedere anche i danni.