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Ventimiglia come Gorizia durante la guerra nella parodia dei no borders

28 dicembre 2015 | 10:18
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Ventimiglia come Gorizia durante la guerra nella parodia dei no borders
Ventimiglia come Gorizia durante la guerra nella parodia dei no borders
Ventimiglia come Gorizia durante la guerra nella parodia dei no borders
Ventimiglia come Gorizia durante la guerra nella parodia dei no borders
Ventimiglia come Gorizia durante la guerra nella parodia dei no borders

Gli attivisti fanno la parodia di una canzone di guerra dedicata ad uno dei più grandi massacri della storia

Ventimiglia. La città di confine paragonata a Gorizia dove, tra il 9 e il 10 agosto 1916, si consumò uno dei più grandi massacri del recente passato. Durante la prima guerra mondiale, infatti, a Gorizia persero la vita 1.759 ufficiali e 50mila soldati italiani. Mentre dalla parte austriaca, a cadere in battaglia furono 862 ufficiali e 40mila soldati.

Pochi giorni dopo il massacro, venne composta “O Gorizia tu sei maledetta”: una canzone nella guerra ormai entrata a far parte della tradizione anarchica e antimilitarista.

Lasciando inalterata la melodia, i no borders hanno riscritto il testo della canzone, adattandolo a Ventimiglia e dedicandola così al 30 settembre 2015: giorno in cui le forze dell’ordine sgomberarono il loro presidio abusivo nella pineta dei Balzi Rossi.

“E’ una parodia del canto della prima guerra mondiale O Gorizia”, spiegano sulla loro pagina facebook gli stessi no borders, “Composta in occasione dello sgombero del presidio “No Border” di circa 150 persone tra migranti e attivisti solidali da parte dalle forze dell’ordine, ai Balzi Rossi presso Ventimiglia, scogliera che dal giugno 2015 è simbolo della protesta di chi chiede di poter attraversare la Francia per raggiungere il nord Europa”.

Di seguito il testo rivisto della canzone:

La mattina del 30 settembre,
si muovevano le truppe italiane,
Ventimiglia le terre lontane
e dolente ognun si partì.

Sotto il sole che batteva rovente,
si bloccavano i confini vicini,
e dai monti, colline e gran valli
si partiva dicendo così:

Ventimiglia tu sei maledetta
per ognicuore che sente coscienza,
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno una scelta non fu.

O vigliacchi voi ve ne restate
con le mogli sui letti di lana
schernitori di noi carne umana,
questa guerra ci insegna a partir.

Voi chiamate democrezia
questa terra di là dei confini,
qui si muore gridando assasini
maledetti sarete un dì.

Cara terra, che tu non mi senti,
raccomando ai compagni vicini,
di resistere in mari ostili
che io parto col ricordo nel cuor.

Traditori voi parlamentari,
la frontiera l’avete voluta,
schernitori di carne venduta
questa lotta ci insegna così.

Ventimiglia tu sei maledetta
per ognicuore che sente coscienza,
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno una scelta non fu.